Sanremo, Daniele Silvestri: “Ridiamo alla libertà il suo vero significato!”

Daniele Silvestri

Daniele Silvestri torna al Festival di Sanremo dopo la partecipazione nel 2007 con ‘La paranza’. In quest’edizione ha portato due brani, musicalmente diversi tra loro, ‘Il bisogno di te’ e ‘A bocca chiusa’. Quest’ultimo ha passato il turno e stasera gareggerà per il podio. Abbiamo intervistato il cantautore romano per farci raccontare meglio il periodo che sta vivendo.

Partiamo con una tua previsione. Chi secondo te arriverà sul podio?
Io sbaglio pronostici da quando sono nato. La mia idea di classifica, comunque, vede in testa Elio e le Storie Tese. E poi Simone Cristicchi, anche se il brano ‘Mi manchi’ mi piaceva di più, e poi mi hanno colpito molto Max Gazzè e Raphael Gualazzi. Ma c’è da dire che molto spesso la classifica vera non coincide quasi mai con quella che vorrei io.

Le tue esibizioni con la canzone in gara sono state accompagnate dalla lingua dei segni. A cosa è dovuta questa scelta?
Sono molto felice e fiero di questa scelta. Si tratta di un mondo che ho conosciuto grazie al mio amico fraterno e direttore d’orchestra Maurizio Filardo, che per motivi personali conosce bene questa realtà a cui mi sono avvicinato. Questa lingua andrebbe conosciuta molto di più e andrebbe studiata nelle scuole perché avremmo nelle mani un piccolo patrimonio. Nell’esibizione sanremese, la lingua dei segni dà ancora più poesia e romanticismo alla canzone che, per me, è un inno alla vita e all’impegno che ci si deve mettere per fare le cose.

Nella classifica parziale tu, Malika Ayane e Max Gazzè siete nelle ultime posizioni. Cosa succede? Credi che il televoto faccia un po’ male alla musica?
Il televoto va come deve andare e non critico il sistema in sé, né tanto meno chi manda un sms per votare un cantante piuttosto che un altro. Io credo che, al di là del Festival, una canzone se è bella avrà una vita lunga e forte al di fuori di questo contesto. E in questo caso non c’è televoto che regga.

In ‘A bocca chiusa’ parli di libertà. Che significato ha per te questa parola?
La parola libertà, in questi ultimi anni, è stata distrutta, abusata: non so quanti partiti politici, per esempio, l’hanno aggiunta nel nome. Ed è proprio nella politica che se n’è consumato il valore. Quando la libertà coincide con la possibilità di scegliere ed esprimersi, allora si vive in un mondo corretto e giusto. Il problema è che spesso questa concezione di libertà viene strumentalizzata e non trova una vera via in cui realizzarsi pienamente.

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