‘The king of limbs’, il fascinoso e ipnotico nuovo album dei Radiohead

I Radiohead riescono a spiazzare ancora una volta. Che novità! Ogni loro ritorno fa sempre sensazione, e non fa eccezione ‘The king of limbs’: un lavoro forse ancora più complicato dei loro ultimi, arrivato senza preavviso, cioè privo di una reale campagna promozionale. È un disco decisamente ostico, di quelli che raramente conquistano a un primo ascolto, fuori dagli schemi e privo di ogni pretesa di strizzare l’occhio al mercato, ma ricco di grandissimo fascino.

Semplice e ricercato al tempo stesso, breve nella durata (poco più di 37 minuti per 8 complessivi brani) ma molto intenso, è il più intimista, ipnotico, introspettivo e personale della band inglese. Gridare al capolavoro è forse eccessivo, ma ancora una volta i Radiohead insegnano che si può guardare alla qualità non cavalcando le mode. ‘The king of limbs’ sembra un riuscito mix tra ‘Kid A’ e ‘Amnesiac’, dei quali potrebbe rappresentare l’ideale proseguimento. Impossibile imprigionarlo in un genere: non è pop, neanche elettronica o rock, ma un insano e incredibile incontro fra tutto questo. Insomma, puro ‘Radiohead sound’, di quello che solo loro sono in grado di creare. Appare evidente la voglia di dire ancora una volta qualcosa di nuovo, senza cercare di ripetersi.

La band di Oxford non è mai stata capace di vivere di rendita, anzi: a ogni sua uscita discografica ha costantemente ricercato sonorità particolari, diverse da ciò che ogni giorno il mercato ci propinava. I suoni delle chitarre sono ridotti all’osso per fare spazio all’elettronica, che si erge a protagonista fra basso e beat alla drum machine. Un lavoro presuntuoso? No, semplicemente un lavoro dei Radiohead: imprevedibile, ricco di ‘non canzoni’. A qualcuno potrebbe sembrare soporifero dopo l’ascolto, a noi appare fuori dagli schemi e geniale al tempo stesso. In queste 8 tracce si osa, caratteristica non troppo diffusa fra i tanti gruppi frettolosamente esaltati dalla critica. C’è innovazione e sperimentazione, a volte forse ci si spinge oltre, ma a noi non dispiace.

‘The king of limbs’ è un album che sembra quasi sottrarsi ad ogni possibile giudizio, tanto è diverso da tutto ciò che ascoltiamo in giro oggi. Si va dalla iniziale e scioccante ‘Bloom’, ipnotica nei suoni che vanno sempre più in crescendo, a ‘Morning Mr Magpie’, passando per il singolo ‘Lotus flower’, corredato da un video originalissimo in cui Thom Yorke si improvvisa ballerino. ‘Codex’ regala emozioni con piano e voce che in maniera lenta si accompagnano agli archi. La ballata ‘Separator’ chiude la tracklist in maniera splendida. I Radiohead hanno ormai abbandonato definitivamente il rock degli esordi per abbracciare uno stile tutto loro, difficile da catalogare, ma sicuramente dotato di un fascino che non ha eguali.

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