Il rock’n’roll degli albori rivive in ‘Psychorama’ dei 59ers

Dapprima esaltato, poi accusato di inerzia, festeggiato per il risorgimento e depennato per presunta estinzione. Il rock è duro a morire! E di rock’n’roll indistruttibile, primordiale e incendiario è colmo ‘Psychorama’ dei 59ers. A migliaia si sono bruciati nel tentativo di controllare un fuoco sacro che di solito divampa istintivo. Di sterili uscite discografiche è lastricata la strada che conduce all’oblio. Ma cinquant’anni di perdizione ancora affascinano, attirano in diabolici gironi e addirittura spronano a riscoprire gli albori del rockabilly. Artefici dell’iniziativa, tre pescaresi dal cuore a stelle e strisce armati di contrabbasso, chitarre proto punk, poderose percussioni, ottoni, capelli impomatati e occhiali ‘à la Buddy Holly’..

Cantato quasi interamente in inglese, ‘Psychorama’ è un album tutta passione che prescinde da tendenze volubili e dettami del mercato. I 59ers subiscono l’inesorabile richiamo di accordi solidi ma capaci di far ballare, gli stessi forgiati dalle chitarre dei primi spiritati musicisti della Sun Records di Memphis. Pronipote dei primi rock and rollers, ma affine anche al punk-rock scandito dai Clash, il power trio sbatacchia i timpani con canzoni brevi e tirate come Alone. Un discorso a parte merita lo swing, rivisitato in chiave country punk, de L’ultima notte con testo italiano che sembra un omaggio a Fred Buscaglione, il più americano tra gli artisti italiani degli anni ’50. Testi semplici e brucianti – solo in parte lambiti da cruenti adattamenti psychobilly – accompagnano le musiche, vero obiettivo dei riflettori.

Stile, genere, strumentazione e abbigliamento sono intenzionalmente retrò, ma di impalpabile come la polvere, nella band, non vi è traccia neanche tra gli pseudonimi dei suoi componenti. Nick Nitro (chitarra e voce), SpeedKing (batteria) e T-Bone (contrabbasso e voce) sprigionano energia esplosiva che onora un imprecisato Old rocker (“insegnami il rock e ti ringrazierò per sempre”) e al caso nomina, in Rock’n’Roll Stoned, mostri sacri come Elvis e Stones. Solo Dont’be scared decelera ed enfatizza aspetti introspettivi, ma è episodio isolato tra tredici roventi inediti.

Il rock è materia dannatamente importante, ma i 59ers fanno di tutto per non prendersi troppo sul serio. Ed ecco il divertissement finale, celato in coda a Lucky, che ripropone il tema de ‘Il Padrino’, proprio a voler ricordare che in fondo è solo rock’n’roll.

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