Cristicchi: “In tour con ‘Album di famiglia’ e da ottobre porterò a teatro l’esodo istriano”

SimoneCristicchi_ph. Cecchetti

Un cantautore tra i più apprezzati in Italia che riesce ad alternare testi realizzati con una sana e tagliente ironia ad altri in cui i sentimenti e la realtà, spesso cruda, la fanno da padrone. Probabilmente questa è la descrizione migliore quando si parla di Simone Cristicchi. Se è vero che il grande pubblico l’ha conosciuto soprattutto per il pezzo ‘Vorrei cantare come Biagio’, molto leggero e divertente anche se solo in apparenza, l’artista romano nel corso della sua carriera è riuscito a creare pezzi di spessore come ‘Ti regalerò una rosa’, con cui riuscì ad aggiudicarsi il Festival di Sanremo nel 2007. Proprio nell’ultima edizione del festival ligure, Cristicchi si è ripresentato al pubblico portando due brani, ‘Mi manchi’ e ‘La prima volta (che sono morto)’, che hanno anticipato l’uscita del disco ‘Album di famiglia’. A questo proposito l’abbiamo contattato in esclusiva per parlare del suo nuovo lavoro e di altri progetti legati alla sua carriera.

Hai partecipato per la quarta volta al Festival di Sanremo. Come ci si sente a salire nuovamente su quel palco e che ne pensi del nuovo regolamento, che ha permesso ad ogni artista di presentare due brani?
Per chi come me pubblicava nel frattempo un album è stata sicuramente una fortuna, visto che sono riuscito a far conoscere due brani inediti e ho anticipato quella che è, a grandi linee, la natura del disco. Partecipare al Festival è sempre una grande emozione e sono contento di averne fatto parte, visto il grande successo che ha riscosso. Poi, nello specifico, mi è servito anche per tornare alla musica davanti al grande pubblico dopo il tour di spettacoli nei teatri.

‘Mi manchi’ e ‘La prima volta (che sono morto)’: il secondo è stato poi scelto per andare avanti nella fase successiva del Festival. Perché hai preferito proprio questi due brani per la tua partecipazione?
Ho scelto di portare ‘Mi manchi’ praticamente subito, anche perché somigliava come sonorità e come dolcezza a tutto il resto del disco e quindi avrebbe rappresentato bene quello che poi è stato il mio lavoro per l’album; per il secondo pezzo la situazione è stato un po’ più controversa perché inizialmente avevo voluto presentare una canzone che si chiama ‘Laura’, che è un omaggio all’attrice Laura Antonelli ma avrebbe fatto un po’ scalpore al Festival e creato qualche discussione, e dato che di polemiche io ne ho avute diverse già in passato per i brani che ho portato a Sanremo, ho optato per due canzoni che non avrebbero dato spazio a questo genere di problemi. La scelta dunque è ricaduta su ‘La prima volta che sono morto’, che mi rispecchia molto specialmente per l’ironia che c’è all’interno del testo. E’ un po’ una riflessione sulla vita e sulla morte, e in qualche modo mi è sembrato giusto sceglierlo.

Sei stato contento che a passare la prima fase sia stato proprio questo brano o avresti preferito ‘Mi manchi’?
Io avrei preferito ‘Mi manchi’, più che altro perché è un pezzo che segna nuove vie nel mio modo di concepire e fare musica. L’album in generale riprende molto la scuola dei grandi cantautori e ha una sonorità lontana dall’elettronica poiché è stato realizzato con l’ausilio di archi, piano e altri strumenti che rendono le basi molto melodiche e dolci, e in questo senso proprio ‘Mi manchi’ rappresentava al meglio il disco in generale. In ogni caso posso constatare, con mio grande piacere, che più o meno tutte le radio in questo periodo stiano passando comunque questo brano. Quindi alla fine sta avendo, potremmo dire, una seconda possibilità.

Durante Sanremo è uscito ‘Album di famiglia’. Come descriveresti l’album e le tracce che lo compongono?
E’ un disco che assomiglia simbolicamente ad un album di fotografie e per questo ho scelto il seguente titolo, perché descrive complessivamente quasi la storia di una singola persona o personaggio, con annesse situazioni personali e intime. Il filo conduttore è sicuramente la famiglia, anche perché ho registrato tutto nella mia casa e quindi a contatto con i miei familiari e i miei amici: credo che ciò abbia in qualche modo lasciato una traccia nel lavoro che ho fatto. Poi ‘Album di famiglia’ anche per il fatto che racconto quella che, secondo me, è la grande famiglia dell’umanità, a partire dalle piccole storie e dalle piccole situazioni che possono insegnarci una storia ben più grande e importante.

C’è un pezzo dell’album in particolare a cui ti senti più legato oltre ai 3 brani che abbiamo citato prima?
Sì, sono particolarmente legato al brano ‘Magazzino 18’, che darà anche il titolo ad uno spettacolo teatrale che andrà in scena ad ottobre in cui racconto un pezzo di storia italiana dimenticata e cioè l’esodo dall’Istria. Ci tengo moltissimo e credo sia un capitolo ancora molto discusso.

Archiviato il Festival, quali sono ora i tuoi progetti per l’immediato futuro?
Continuerò la mia tournée teatrale con prossime tappe in Puglia il 7 e l’8 marzo e poi in altre parti d’Italia dove porterò il mio spettacolo ‘Mio nonno è morto in guerra’, dove racconto storie e aneddoti della seconda guerra mondiale. Dopo di che, il 24 aprile, farò un grande concerto a Roma, che è la mia città, all’Auditorium Parco della Musica e da lì partirà poi il tour che mi porterà in giro per tutta l’estate. Non ci si ferma mai, insomma!

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  2. 15 Giugno 2013: ‘Concerto di famiglia’, parte il tour estivo di Cristicchi

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