Andrea Nardinocchi, da Sanremo all’esordio discografico: “Ora mi piacerebbe collaborare con Elisa”

Andrea Nardinocchi_IMG_9673_foto Carhartt by Marco Marzocchi_m

Si sa che in ambito musicale chi ha talento alla lunga viene fuori, basta trovare solo il momento giusto o in certi casi “il momento perfetto”. Così è anche per Andrea Nardinocchi, bolognese, classe 1986, che ha partecipato al Festival di Sanremo nella categoria “Giovani” con il brano ‘Storia impossibile’. L’esperienza sanremese è solo una piccola tappa della carriera di Nardinocchi, che ha iniziato ad ottenere l’anno scorso sempre più consensi sin dall’uscita del brano ‘Un posto per me’. Consensi che continuano ad aumentare ora dopo la pubblicazione dell’album ‘Il momento perfetto’, composto da 12 tracce tra cui appunto i due brani sopra citati: una vera novità, per suoni e scelte musicali, nell’ambiente italiano. Abbiamo contattato in esclusiva Andrea Nardinocchi, che si è rivelato un ragazzo ambizioso ma molto umile.

Andrea, lo scorso febbraio è stato sicuramente un mese molto speciale per te: prima la partecipazione a Sanremo e poi l’uscita del disco. Che sensazioni ti hanno suscitato queste due importanti tappe per la tua carriera?
Poco prima dell’esibizione sul palco dell’Ariston (14 febbraio, ndr) è uscito il mio disco e quindi trovare un giorno più bello di quello è difficile (ride). Attendevo con ansia il Festival e devo dire che non ha tradito le mie aspettative dal punto di vista delle sensazioni che mi ha provocato: è stata un’esperienza unica dalla quale ho imparato tante cose in pochissimo tempo. Il disco è la cosa più importante perché rappresenta praticamente la conclusione di due anni di lavoro e quindi le emozioni continuano anche ora quando la gente mi fa i complimenti.

L’uscita del disco ti ha portato poi a prendere parte ad una serie di tappe in-store in diverse città italiane, dove hai avuto modo di entrare in contatto diretto con i fan. Come vivi il tuo rapporto con il pubblico?
E’ un rapporto che sto iniziando a scoprire ora perché comincio a capire cosa vuol dire avere dei fan che apprezzano la tua musica e si identificano in ciò che scrivi. Ero molto emozionato di conoscere queste persone durante gli in-store; in particolare la tappa di Bologna (città di Andrea, ndr) è stata fantastica per me perché c’era una sala piena di persone della mia città, tra le quali tanti conoscenti e amici che hanno contribuito in qualche modo a realizzare i miei pezzi proprio perché l’album parla di me e della mia vita, e questa per me è stata un’emozione indescrivibile. Per quanto riguarda il discorso fan, se già mi posso permettere di chiamarli così nonostante io sia ancora all’inizio, mi portano in un’altra dimensione e sono sensazioni fantastiche, che sto imparando a gestire nella speranza di riuscire sempre meglio a relazionarmi con loro.

Nei tuoi pezzi utilizzi spesso diverse tecnologie, ad esempio launchpad e l’auto campionamento vocale. Cosa ti piace di questo modo di “fare musica”?
Il mio modo di fare musica è molto istintivo e nasce anche dal fare della necessità una virtù, dal momento che quando ho iniziato non sapevo suonare nessuno strumento. Successivamente ho imparato a suonare il piano, però mi è rimasto molto il piacere di creare sul momento, cosa che mi ha aiutato tanto quando ho iniziato e che credo sia una caratteristica che mi sono portato dietro anche nella produzione. Quando mi viene un’idea cerco di realizzarla subito e per fare ciò bisogna anche saperla ricreare con quello che si ha.

Entriamo nello specifico dell’album ‘Il momento perfetto’. All’interno del disco sono presenti due pezzi molto importanti: ‘Un posto per me’, che probabilmente ha contribuito di più a farti conoscere al grande pubblico, e ‘Storia impossibile’. C’è un legame particolare che li ha portati ad essere scelti come singoli?
Questi due pezzi sono nati uno dietro l’altro. ‘Un posto per me’ era nella mia testa, a livello di testo, già da un paio di anni rispetto a quando ho realizzato il primo provino verso la fine del 2010. Subito dopo poi, sull’onda dell’entusiasmo, ho immediatamente scritto e prodotto anche ‘Storia impossibile’ e quindi questo è stato il motivo per cui ho voluto che fossero i primi due singoli del disco perché per certi versi raccontano anche cronologicamente la mia carriera da cantante. Questo non vuol dire che l’ordine del disco sia poi cronologico, ma simbolicamente sono stati il mio inizio e quindi ho voluto che ‘Storia impossibile’ fosse il brano del Festival.

Hai collaborato anche con due grandi esponenti dell’hip hop italiano, Marracash e Danti. Considerando che non è la prima volta che lavori con artisti che vengono da questo genere musicale, qual è il tuo rapporto con questo mondo?
Ho iniziato a conoscere l’hip hop quando avevo circa 13 anni grazie ad una cassetta che mi regalò Mecna (noto rapper, ndr), mio carissimo amico che poi è anche il grafico che ha curato la copertina del disco. Ascoltavo praticamente solo rap, italiano e americano, fino a quando, verso i 18 anni, ho ripreso a interessarmi ad altri generi. Proprio grazie a Mecna ho conosciuto diverse persone che fanno parte di questo mondo e, in un secondo momento, Dargen D’Amico e tanti altri artisti, come appunto Danti e Marracash, che ho conosciuto agli Mtv Days dello scorso anno e al quale ho chiesto di collaborare per un pezzo nel mio disco. Per certi versi mi sento un po’ un figlio adottivo dell’hip hop italiano, anche se non ho mai fatto rap, perché sono un fan e perché ho conosciuto tantissimi rapper italiani che in qualche modo hanno influenzato anche le mie produzioni.

C’è qualche artista in particolare con cui ti piacerebbe collaborare in futuro?
Mi piacerebbe tantissimo collaborare con Elisa, che non è una famosa rapper però (ride, ndr). Il motivo principale è che per certi versi credo che il suo genere sia molto affine ai pezzi che faccio io e poi perché la stimo praticamente da sempre.

L’anno per te è iniziato benissimo. Quali sono i progetti per il futuro?
Sto preparando il mio live e vorrei riuscire a dare qualcosa in più durante l’esibizione piuttosto che fermarmi alla semplice esecuzione dei brani del disco. Tra le altre cose anche questo aspetto non sarà facilissimo perché probabilmente all’inizio non avrò il supporto di una band completa, un po’ per scelta un po’ per necessità: ci tengo a mantenere quanto fatto finora e quindi un’equa divisione tra live classico e dj set. Per il resto vedrò quello che accadrà giorno per giorno e cercherò di adeguarmi come meglio posso.

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