Sanremo 2013, Antonio Maggio: “Io prodotto dei talent? Quest’etichetta non dovrebbe proprio esistere”

Antonio Maggio - Sanremo 2013

E’ innegabile che, negli ultimi anni, i talent show abbiano fornito al mercato discografico italiano una quantità impressionante di artisti che sono andati ad occupare, non solo le classifiche, ma anche i più importanti palchi italiani. Tra questi è impossibile non citare ovviamente l’Ariston, che ogni anno ospita il Festival di Sanremo. Tra gli otto partecipanti alla 63esima edizione della kermesse nella categoria ‘Giovani’ troveremo anche Antonio Maggio, che gareggerà con il brano ‘Mi servirebbe sapere’ (qui il video ufficiale). Il cantante ha raggiunto la celebrità grazie al gruppo degli Aram Quartet, di cui era membro e con cui ha partecipato e vinto la prima edizione italiana di X Factor nel 2008, superando in finale Giusy Ferreri. Il gruppo poi si sciolse nel 2010 e i suoi componenti scelsero strade diverse: da quel momento per Maggio inizia dunque la propria carriera da solista ed è così che dal 2011 vedono la luce i singoli ‘Inconsolabile’ e ‘Nonostante tutto’. In attesa di vederlo all’opera sul palco sanremese con un brano che emette novità e buona musicalità, abbiamo contattato il cantante parlando con lui della sua carriera, tra passato, presente e progetti futuri.

Iniziamo col parlare di quello che sicuramente è stato il tuo trampolino di lancio: X Factor. Che ricordi conservi di quell’esperienza?
Parlo ovviamente da privilegiato, in quanto sono uscito vincitore dal programma e sembra quasi scontato che debba elogiarlo. In ogni caso è stata un’esperienza davvero bellissima, considerando anche tutto ciò che ne è derivato e cioè i due dischi ed il tour in giro per l’Italia. Si può dire che grazie a quella parentesi abbiamo potuto vivere il nostro sogno 24 ore su 24. Poi è arrivata la decisione di separare le nostre strade e da ciò siamo giunti a quello che sono oggi e cioè un aspirante cantautore.

Ritieni che essere un “prodotto dei talent” possa essere per un cantante un fattore positivo o un’etichetta negativa?
Non dovrebbero proprio esistere queste etichette, positive o negative che siano. Bisognerebbe proprio cambiare questo luogo comune secondo il quale chi fa un talent, e a maggior ragione chi lo vince, sia un cantante già affermato a tal punto da poter essere ritenuto un “big”. Il talent show deve essere considerato solo come una tappa nella crescita artistica del cantante, un vero e proprio punto di inizio: se si comincia a considerarlo così, allora quello che verrà dopo potrebbe portare sicuramente soddisfazioni più grandi a tutti i nuovi artisti.

Nel 2010 poi gli Aram Quartet si sciolsero. Come e perché è maturata questa scelta?
Come nelle grandi famiglie ci si confronta e, arrivati ad un certo punto, si mettono sulla bilancia da un lato le cose che ancora si hanno in comune e dall’altro i punti di vista differenti. Dal momento che questi ultimi erano di più, abbiamo deciso di dividere le nostre strade, salvaguardando però quello che era il vincolo di amicizia che ci legava già prima dell’esperienza professionale come gruppo.

Torniamo al presente. Di cosa parla il brano che porterai a Sanremo di cui, lo ricordiamo, sei sia autore del testo che compositore?
‘Mi servirebbe sapere’ parla delle scelte che siamo chiamati a fare tutti sia nel nostro piccolo, quindi nel quotidiano, ma anche nella vita in generale, tutte quelle decisioni che dobbiamo prendere a scatola chiusa perché non conosciamo i loro esiti. Io poi gioco molto tra testo e sotto-testo, prendendo però come argomento una storia d’amore di un uomo conteso da due donne, che rappresentano simbolicamente il bene ed il male, il tutto usando anche l’ironia.

Cosa ti aspetti dall’esperienza del Festival?
Soprattutto di lasciare sul palco dell’Ariston il mio “biglietto da visita musicale”. La gara nella categoria “Giovani” credo sia assolutamente relativa: la vera vittoria è riuscire a salire su questo palcoscenico così prestigioso e fare ascoltare a tanta gente la propria canzone e di conseguenza il proprio universo musicale.

A breve uscirà inoltre il tuo primo album da solista, che includerà ovviamente anche il brano con cui ti esibirai all’Ariston. Cosa dobbiamo aspettarci da questo lavoro?
Lo considero a tutti gli effetti il mio disco d’esordio perché, nonostante l’esperienza con gli Aram Quartet, è il primo lavoro in veste di cantautore. Mi metterò in gioco non più solo da un punto di vista interpretativo ma anche come autore, dato che tutte le dieci tracce del cd sono state scritte da me, sia per quanto riguarda la musica sia per i testi. Il titolo dell’album sarà ‘Nonostante tutto’ come il nome del singolo che ho lanciato la scorsa estate e anche il brano che non fu ammesso allo scorso Sanremo.

C’è qualche artista a cui ti ispiri?
Ovviamente sono un fan del cantautorato italiano, sia di quello “storico” sia di quello moderno. In molti dicono che negli ultimi anni i cantautori siano in crisi. Non sono d’accordo perché credo che ancora oggi, nel nostro Paese, ci sia tanto di buono in questo senso.

Quali sono invece i tuoi sogni e i tuoi progetti per il prossimo futuro?
Due sogni li sto realizzando già ora: Sanremo e l’album. Spero inoltre che il disco possa essere accompagnato da un tour perché credo che l’esibizione live sia il momento più gratificante per chi fa questo lavoro.

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  2. 16 Febbraio 2013: Sanremo 2013, tra i Giovani vince Antonio Maggio

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