‘Priscilla, la regina del deserto – Il musical’ sbarca a Roma e il pubblico alla fine esclama: “Wow!”

Priscilla

I sentimenti non hanno sesso. E la famiglia non è sempre quella del presepe. ‘Priscilla, la regina del deserto – Il musical’, per la regia di Simon Phillips, suscita emozioni forti, è cinico e romantico, tradizionale quanto moderno e divertente da morire. Dopo un successo esplosivo a Milano, unica location del debutto italiano nel 2011, arriva ora anche al teatro Brancaccio di Roma, in scena fino al 3 marzo, e poi a Trieste dal 10 al 26 maggio. Non ha nulla da invidiare alla versione originale australiana che ha debuttato per la prima volta in assoluto nel 2006 a Sidney e ha ottenuto il più grande successo di tutti i tempi con un milione di spettatori. Ha entusiasmato le platee di Londra, Toronto e New York City a Broadway.

È senza alcun dubbio un “must see” per tutti, anche per i bambini. Tra gli attori ce n’è uno che interpreta il figlio di una delle drag queen, protagoniste dello show. La storia parla di un viaggio su un bus di nome Priscilla che si avventura nel deserto australiano e porta tre eccentrici artisti, tre “ladies”, Tick, Adam e Bernadette in un locale di nome Alice, meta dei loro spettacoli straordinari nei panni di tre drag queen. Un travolgente percorso on the road. Il Tony Sheldon italiano è Simone Leonardi nei panni di Bernadette, una donna (ex) uomo di una classe insuperabile, elegante e ironica, chic e pungente con le sue stoccate, che possono sembrare volgari per un italiano perbenista, ma per un anglosassone il linguaggio forte rappresenta la schietta verità, e alcune parole che possono sembrare scioccanti escono dalla bocca della protagonista come fiori con le spine o frecce avvelenate, una poesia moderna che non è altro che un modo di esprimersi contemporaneo.

“Ho amato Jodie Foster; è stata per me ‘inspiring’, fonte di grande ispirazione”, dice Leonardi quando gli chiediamo di parlare del nuovo modello di “famiglia” e gli ricordiamo lo storico discorso dell’attrice Usa, lesbica e mamma, ai Golden Globe. L’attrice ha fatto coming out, non sessuale, ma affettivo e ha atteso anni finché i figli fossero abbastanza grandi per assistere all’annuncio ufficiale e ricevere anche la loro approvazione pubblica. La prima Bernadette italiana, Leonardi, sottolinea come in ‘Priscilla’ si parli di una famiglia diversa: “A Milano abbiamo ricevuto tanto calore, e ora tocca a Roma, città pesante, calibrata; come diceva Dante è sia Chiesa sia Impero”. La gente ha bisogno di superare certi tabù e il teatro ha un potere veritativo. La famiglia è formata semplicemente da persone che si amano”, conclude l’attore, che incontriamo in camerino prima del debutto romano, bello e cortese, un galantuomo. Accanto a lui c’è una statua vivente, un corpo da far rimanere incantati. È quello di Mirko Ranù, che in scena è l’irriverente e vivace Felicia: “Noi della compagnia siamo una famiglia da un paio di anni con qualche nuova entrata. Essere drag queen è una filosofia, un modo di vivere, è autoironia, il non prendersi sul serio, e gli abiti sono come una seconda pelle che esprimono un mood (stato d’animo, ndr)”.

I testi, per quanto riguarda la parte recitata, sono in italiano. Le battute sono tradotte molto bene da Marianna Cappi e i produttori australiani se ne accorgono pur non parlando la nostra lingua “perché il pubblico ride al momento giusto”, dicono. Le canzoni, invece, sono rigorosamente originali e dal vivo, da ‘Hot Stuff’ a ‘I Will Survive’, da ‘It’s Raining Men’ a ‘True Color’s, da ‘Holiday’ a ‘Shake Your Groove Thing’, da ‘Always on My Mind’ a ‘Boogie Wonderland’. Voci sublimi, tutte, in particolare quelle delle “divas”, Elena Nieri, Loredana Fadda e Valentina Ferrari. Si balla come pazzi. I costumi di Tim Chappel e Lizzy Gardiner lasciano a bocca aperta. Le coreografie di Ross Coleman e Andrew Hallsworth sono perfette. Neanche una nota stonata. Applausi e standing ovation. Viene coinvolto anche il pubblico, e sul palco viene trascinato anche Massimo Lopez. Tra i vip in sala, una splendida Gloria Guida, sempre più ragazza, l’affascinante Luciano Cannito, accompagnato dalla moglie Rossella Brescia, e Scialpi. ‘Priscilla’, tratto dal film vincitore di un Academy Award ‘The Adventures of Priscilla Queen of the Desert’, è un musical da 8 milioni di euro. Il produttore italiano è Daniele Luppino, che ha co-prodotto la versione a Broadway: “Lo show è divertente, allegro – dice – La versione italiana è la prima in assoluto per gradimento del pubblico grazie a un sondaggio online”. Il messaggio è chiaro: “Tolleranza e amicizia”, aggiunge. E, infatti, ci commoviamo nel momento del ricongiungimento della drag queen con il figlio. “Viene fuori l’ingenuità e la natura dell’uomo attraverso il bambino che accetta e che ama. Il pregiudizio è dei grandi”, conclude Luppino. Uno show decisamente brillante e non convenzionale. La drag queen padre è Tick che diventa Mitzi, interpretato da Antonello Angiolillo: un ruolo importante e difficile.

Priscilla fa ridere, riflettere, ballare e manda in delirio con un ritmo incalzante, e vorresti che non finisse. L’entusiasmo, l’energia, la carica restano nel corpo per giorni. Qualche curiosità: in scena 495 costumi, 60 parrucche, 150 paia di scarpe fatte su misura per un totale di 261 cambi. Un chilo di glitter, 60 rossetti in cinque nuance. Ogni minimo particolare è supervisionato dal team australiano. Sul palco c’è un bus di 7 tonnellate, lungo 7 metri e mezzo con tre ascensori al suo interno, ricoperto da centinaia di led; solo il mezzo di trasporto è costato 700mila euro. Animano i colori e le forme, piume, boa di struzzo, paillettes, tacchi strepitosamente alti, acconciature esagerate, movimenti ampi che abbracciano il pubblico, che continua ad applaudire per qualche lungo secondo anche quando si chiude il sipario e resta immobile per degli istanti con un’espressione sul volto che dice: “Wow!”.

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