‘Fantasia’, physical dance. Danza, musica e circo dell’anima al Teatro Sala Umberto

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La sofferenza e il piacere di sognare in solitudine tocca apici e fondali degli incubi più fantasiosi, irreali, che animano la mente e mentono all’anima. Sul palco un attaccapanni di legno e una poltroncina di pelle. Entra in scena il regista, si siede e, accendendo la sua fantasia con un filmato, dà inizio alle danze. ‘Fantasia’ è il nuovo spettacolo di Mvula Sungani, regia e coreografia, al teatro Sala Umberto di Roma fino al 29 gennaio.

Gli inconfondibili ritmi tribali delle sue coreografie etniche, assieme a movimenti strobotici e psichedelici creano una danza acrobatica spinta fino all’estremo che sfida senza alcun dubbio le leggi fisiche e fa restare a bocca aperta dallo stupore. I corpi si intrecciano, sono fluidi, sensuali, prendono forme diverse e sembianze animali e vegetali: prima un fiore con i petali che volano via, poi dei bozzoli dai quali spuntano nuove vite che volano. Le ballerine-acrobate creano tutto questo con i loro corpi sinuosi, formando onde e disegni. L’idea di questo spettacolo è quella di creare un teatro globale che unisca danza, musica, parola e circo. Non convince però la sequenza dei video e gli stacchi musicali con la chitarra. La colonna sonora è formata da melodie e canzoni proprie della tradizione musicale italiana, dal melodramma alla musica d’autore, il tutto unito a composizioni originali interpretate dal vivo. Ma rallentano il ritmo incalzante della danza e danno anche una cadenza un po’ paesana.

Sorprendente, invece, come sempre e sempre più la forza dirompente di Emanuela Bianchini, che merita l’attenzione internazionale. La prima ballerina cresce, si perfeziona, ha potenza e controllo, miscela arte e amore con la poesia del corpo e la docilità del suo sguardo ipnotizzante. È leggera, nonostante l’enorme fatica richiesta per esprimersi con quel linguaggio corporeo articolato e coraggioso. Bianchini è una scultura vivente in movimento, in verticale, orizzontale, sottosopra, fluttua nell’aria, scende in terra toccando il suolo con le “piume” dei piedi. Incanta, fa innamorare.

Lo show si ispira chiaramente al circo e all’acrobalance, una tecnica che si basa su forme e figure in equilibrio. Quasi tutte donne (un solo uomo ballerino), i solisti della compagnia sono forti e massicci e allo stesso tempo docili ed eleganti. Fanno da “porteur”, che è la base sulla quale poggia “l’agile” che danza con le braccia, facendo sculture nell’aria ed è l’estensione del suo “appoggio”, come fosse un unico lungo e articolato corpo magico. L’uso di attrezzi usati anche nella ginnastica artistica e ritmica e dai circensi (cerchi, sedie, maschere, veli) aggiunge alla rappresentazione colore e vivacità. La compagnia è fresca, sorridente e piena di energia, ma soprattutto umile e simpatica come fossero sempre e continuamente agli esordi. Mvula Sungani firma la sua creazione sia all’inizio sia nel gran finale con la sua tipica presa dei ballerini che fa volare verso la platea per un inchino carico di empatia e vitalità, mentre lui scompare dietro le quinte. Il pubblico torna a casa con la voglia di amare, illudendosi che un gioco della mente possa diventare realtà, annodando il corpo all’anima per sempre. Noi ci inchiniamo a Emanuela Bianchini.

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