‘Ti posso spiegare’, humor sempreverde a teatro con Michele La Ginestra e Beatrice Fazi

“Cara non è come credi… giuro, ti posso spiegare!”. È da qui che comincia la storia fatta di un presente inspiegabile e di un passato prossimo abbastanza confuso. Tra un flash back illuminante e un “non ricordo” comico, tra una risata e una riflessione, la matassa pian piano si dipana, lasciando agli spettatori la possibilità di valutare se è preferibile la cruda realtà o una magica illusione. Al Teatro Golden di Roma fino al 3 febbraio, ha debuttato l’8 gennaio alla presenza in sala anche dell’autore televisivo e regista Pier Francesco Pingitore, ‘Ti posso spiegare’, la commedia teatrale con Beatrice Fazi (leggi la nostra intervista) e Michele La Ginestra (anche autore con Adriano Bennicelli), moglie e marito alle prese con gelosie ossessive, ma fondate, e squallidi rimedi per nascondere l’ovvietà. Maria Chiara Centorami, nei panni di una giovane modella, è l’elemento di disturbo tra la coppia. L’attrice, abruzzese, è molto convincente con la cadenza e l’accento francese del suo personaggio tanto da non sembrare italiana. Fazi è sempre più bella e luminosa, cresciuta e maturata pur mantenendo un viso elastico e sempre sorridente con sfumature orientali che la caratterizzano.

Spiccano battute come quella che la moglie dice al marito: “Il 70% degli uomini confessa di tradire la propria compagna”. E lui risponde: “Ma il 30% no!”. Lei conclude: “Quelli sono gli uomini che non lo confessano!”. E ancora: “Il 55% degli uomini tradisce”, dice lei. “Il 50% delle donne tradisce”, ribatte lui. E lei: “Beh, certo, gli uomini devono pure tradire con qualcuno. Ma quel 5%?”. Lui: “Uomini!”. In sala c’è anche qualche prete che apprezza questa comicità moderna mentre il protagonista infierisce sul matrimonio: “Cosa volete che sia un tradimento! È come un minuscolo difetto in un quadro”. E la moglie, ironica e pungente, esclama: “Agli uomini verso i 50 anni, con quella faccia da cocker, viene il senso materno! E si prendono una ventenne…”. Humor sempreverde, semplice ma genuino e ben assemblato in una storia che parla di vita di coppia legata da oltre 20 anni. La moglie ricorda al marito di essere in comunione di beni e che quindi la cena offerta all’amante è stata pagata anche da lei, seccata soprattutto dell’aspetto economico.

Si ride anche se a volte il ritmo rallenta e l’insistenza del maccheronico inglese-francese a tratti stanca un po’. La regia di Roberto Marafante è scattante, agile, veloce, eccezionali i cambi scena. Design elegante per la scenografia. Ottime le luci. Funziona tutto. C’è solo un piccolo errore nel testo: il 47 nella smorfia napoletana non è il “morto che parla”, bensì è il 48! A meno che gli sceneggiatori non si riferissero alla commedia di Ettore Petrolini “47, morto che parla”, reso film da Carlo Ludovico Bragaglia con Totò, Silvana Pampanini e Carlo Croccolo. ‘Ti posso spiegare’ è una commedia leggera e non pretenziosa, un ottimo toccasana spensierato che punta il dito contro la coppia ma che la salva e la aggiusta come si faceva un tempo, invece che buttarla solo perché si era crepata.

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