Nino D’Angelo grande showman in ‘C’era una volta…un jeans e una maglietta’

Si alzano in piedi, battono le mani al ritmo di musica, fanno ondeggiare le braccia tese in aria, cantano le sue canzoni alla perfezione, e quando passa per la platea sgomitano per baciarlo e stringergli la mano, anche solo toccarlo come fosse la statua della Madonna. È il pubblico di Nino D’Angelo, in scena al Teatro Brancaccio di Roma con la commedia musicale autobiografica ‘C’era una volta… un jeans e una maglietta’. Che piaccia o non piaccia, che siate suoi fan o no, Nino D’Angelo è un grande showman. Piccolo, ma con un’enorme presenza scenica. Ed è comico e ironico più di tanti cabarettisti di grido. Con le celebri sceneggiate in cui scimmiotta i cantanti che sembrano dei boss della camorra. Poi, diventa serio cantando il sociale, interpreta la Napoli arabeggiante e parla della sua carriera e della sua famiglia, che lo ha sempre aiutato a crescere professionalmente.

Nino D’Angelo, reso celebre nel 1983 dalla canzone ‘Nu jeans e ‘na maglietta’ divenne “il caschetto biondo” maschile della musica italiana, attore nel film ‘Un jeans e una maglietta’ che sparigliò gli incassi con ‘Flashdance’. Non solo ieri, ma anche oggi le sue musiche conquistano il grande schermo con la regista Roberta Torre in ‘Tano da morire’, che gli fece vincere il David di Donatello come miglior musicista e il Nastro d’argento per la miglior musica, e poi dal Festival di Sanremo al top delle classifiche. Ambientata nella Galleria Umberto di Napoli a mo’ di festa di piazza, il leitmotiv dello show è un dialogo generazionale tra il Nino 55enne di oggi e il Nino degli esordi, tra i video flashback e una carrellata delle canzoni più conosciute, anche dei film in cui interpretava sempre il ragazzo povero che si innamorava delle ragazze ricche. Nino D’Angelo intrattiene per quasi tre ore in un napoletano poetico, e a volte stretto, un linguaggio da “laureato in Lettere” paragonato all’italiano di suo padre, dice lo stesso D’Angelo, strappando risate e tifo da stadio. Fiero di aver superato i momenti duri a causa di una situazione finanziaria precaria in famiglia, combattuta anche con le collette di denaro fatte dai suoi parenti e dalla gente del quartiere per sponsorizzare la sua carriera, da buon napoletano ci scherza sulle difficoltà economiche della sua infanzia: “Quando a casa mia il frigorifero era vuoto, mio padre chiedeva a mia madre se stavamo per fare un altro trasloco e se il frigo andava portato giù”, racconta l’attore-cantautore e regista napoletano.

Impeccabile nel suo genere, lo show, scritto e diretto dallo stesso D’Angelo, ha un cast di voci eccellenti, voci forti e potenti, classiche della canzone napoletana con un mix di contemporaneo; ottima la scenografia, bello il gioco di luci, attori di ogni forma e dimensione che hanno corpi che parlano. Quelle corporature massicce partenopee, opere d’arte con una postura e un atteggiamento che solo un napoletano sa avere. Quei volti zingareschi, da guappo, pregni di sole e di vita e di storia. Il tragico reso leggero per non affaticare il cuore, come ogni buon napoletano che riesce a “tirare avanti” nel bene e nel male, nella gioia e nel dolore, con pochi o tanti soldi. E Nino D’Angelo ricorda anche le scene dei film in cui correva e correva, con i lunghi capelli al vento, al rallentatore, per allungare il brodo alle pellicole girate in pochi giorni con budget bassissimi. Uno degli eroi del cinema italiano. ‘C’era una volta… un jeans e una maglietta’ non è autocelebrativo, e ci tiene a sottolinearlo lui stesso, ma è un omaggio al suo pubblico-famiglia che lo segue sempre, dagli anni ’80. “Quando andate a casa, spegnete i cellulari e parlate con i vostri parenti a Natale, amatevi, soprattutto in questo periodo economicamente difficile”. Questo l’augurio di Nino D’Angelo, una brava persona.

  1. 2 commenti a “Nino D’Angelo grande showman in ‘C’era una volta…un jeans e una maglietta’”

  2. 1 marzia scrive (16 Dicembre 2012 alle 13:31):

    oggi pm andrò a vedere lo spettacolo spero veramente di divertirmi moltissimo,è una vita che seguo nino aspetto con ansia il pm

  3. 2 alessandro scrive (17 Dicembre 2012 alle 10:59):

    io andro’ a vederlo a padova…sono palermitano ma lavoro a nord e con degli amici di lavoro napoletani stiamo organizzando per andare tutti assieme per dare piu’ calore a nino….e da una vita che lo seguo e continuero’ a vita….sei un grande nino…

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi