‘Maldamore’, un pizzico di cinismo e tante verità sul matrimonio

“Anche Gesù ha perdonato l’adultera, ma non era sua moglie”. Due coppie e quattro tradimenti. La moglie che si separa dal marito, che se la fa con ‘Topina’ di 23 anni con le tette che sembrano rifatte, ma non lo sono. Il marito che rompe poi con l’amante per tornare nel focolaio casalingo, momentaneamente e apparentemente pentito. Lei, per ripicca, riscopre la passione con un uomo più giovane, il classico “scopatore seriale”. Poi c’è l’altra moglie, e anche lei viene a sapere di essere cornuta, ma coglie l’occasione finalmente per confessare al marito una sua scappatella.

Quattro perdoni. Due riappacificazioni. E un gran finale chiude il cerchio con la relazione extraconiugale che ricomincia, dimostrando che un uomo “le cose importanti le vuole da sua moglie” e il sesso dalle altre donne, che “sono tutte interessanti, persino quella bassa e grassa che passa per la strada con il culone…”. “L’opposto della morte è proprio il sesso”. D’altronde, in fondo, “una coppia deve sapere perdonare” e, quando ci si sposa e si fanno dei figli, i due genitori non sono altro che “impiegati di un’azienda familiare”. E poi ammettiamolo: “I rapporti migliori sono quelli in cui ci si desidera tanto e ci si frequenta poco”.

È una pièce che fa riflettere e conferma una cinica e razionale visione delle relazioni di coppia e del matrimonio. La donna sposata, a un certa età, comincia ad avere il “corpo da moglie e da mamma”. Ossessionata dal tempo, una delle due protagoniste non riesce neanche a dire l’età di sua figlia, che ha 4 anni, ma per lei ha 60 mesi. I bambini, appunto, che con “le poppate, le pappe, i pannolini e il pediatra” si mettono in mezzo alla coppia innamorata. Ma è anche vero che, grazie a un bebè in culla, con la radiolina-interfono le mogli in salotto, per puro caso, sentono una conversazione scomoda dei mariti che parlano nella camera da letto della bambina, quasi oltraggiandola, confessandosi gli ‘acchiappi’ fuori dal matrimonio.

Si scatena il putiferio. Tante verità che fanno ridere. Un testo scritto eccellentemente, ironico, vero. Regia dinamica. Scenografia minimalista di design: da copiare per un appartamento, nella realtà, la parete luminosa sullo sfondo. Unica nota dolente: a volte troppo buio il palco e qualche occhio di bue incerto. Così, in breve, ‘Maldamore’, l’opera teatrale scritta e diretta da Angelo Longoni, al Teatro Golden di Roma fino al 2 dicembre, con Tosca D’Aquino, Ugo Dighero, Stefano Pesce e Michela Andreozzi. Interpretazione veloce e tagliente, funziona. Il tutto è amalgamato dalle eleganti musiche ad hoc di Sergio Cammariere. ‘Maldamore’, dopo l’esordio nella Capitale, andrà in tournée in tutta Italia dal 13 dicembre al 31 gennaio.

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