Alanis Morissette torna a Roma, ma non convince appieno

Torna a Roma Alanis Morissette. L’artista canadese ha rimesso piede ieri sera nella Capitale a quattro anni dall’ultima esibizione live e ha riportato sul palco dell’Auditorium Parco della Musica i suoi maggiori successi mescolati con i nuovi brani dell’album ‘Havoc and Bright Lights’, in uscita a fine agosto. C’è da fare una premessa: la Morissette è brava. Forse un po’ meno rabbiosa degli inizi, ma non sembra aver perso grinta e immediatezza sul palco. Non è certo più la ragazzina di 21 anni che saltava da una parte all’altra, scalza, arrabbiata e dall’aria un po’ naif; ora è una donna di 38 anni, sposata e con un bambino, e nella sua voce e nei suoi movimenti questa nuova maturità, fortunatamente, si nota.

Fatta questa dovuta precisazione, bisogna tuttavia dire che il live nella cavea dell’Auditorium non ha convinto appieno. Buona sicuramente la scaletta: hanno trovato spazio i brani storici come ‘Everything’, ‘Hand in my pocket’, ‘21 thinghs I want in a lover’ e ‘Ironic’ insieme agli ultimi arrivati come il singolo ‘Guardian’, di certo non rivoluzionario ma grintoso, e ‘Numb’, questo sì portatore sano di novità. Sarà stata però colpa dei volumi troppo bassi (della voce e della chitarra soprattutto), che spesso purtroppo arrivavano depotenziati alle orecchie degli spettatori, ma l’intero concerto (durato un’ora e mezza scarsa, davvero troppo poco) è sembrato senza mordente, con pochi colori, come una semplice sequenza di canzoni e non uno spettacolo pieno, completo e armonico. Non molto intenso, potremmo dire.

Pochi anche i momenti d’interazione con il pubblico; le esecuzioni di ‘Ironic’ e poi di ‘Thank U’ sul finale sono state certamente gli esempi migliori di quel dialogo tra chi è sul palco e chi è lì sotto ad ascoltare che in un concerto dovrebbe essere l’elemento costante, anzi dovrebbe essere il fulcro attorno a cui far ruotare l’intero live. A questo poco ‘calore’ hanno fatto però da contraltare la bravura dei musicisti e il timbro della Morissette, ancora capace di giochi e sfumature che scaldano e riportano indietro nel tempo, a quegli anni ’90 in cui quell’allora ragazzina bruciava tutte le tappe, vendeva milioni di dischi con ‘Jagged little pill’ e immetteva nel pop-rock internazionale un vento nuovo. Quel vento nuovo forse si è placato un po’, o forse il live di Roma è stato semplicemente al di sotto delle nostre aspettative: succede di ‘sbagliare’ un concerto, anche a quelli bravi.

  1. 1 commento a “Alanis Morissette torna a Roma, ma non convince appieno”

  2. 1 lu73 scrive (22 Luglio 2012 alle 18:33):

    Fan di Alanis da tempo eppure sempre molto obiettiva! Non tutto quel che ha prodotto mi è piaciuto ma il concerto di ieri sera non è stato affatto freddo! Probabile che lei si aspettasse qualcosa di diverso, le assicuro che il brivido è arrivato a noi che stavamo là sotto. Alanis è sempre stata così, misurata, umile, lei si ciba della sua musica non ingigantisce il suo ego a seconda della tipologia di pubblico o della quantità di pubblico. Sembra sempre stare li in punta di piedi!Oltretutto è difficile cantare difronte ad un tuo pubblico distante ( fisicamente ) perché i posti migliori erano riservati agli abbonati, gente che a mala pena sapeva chi fosse l’artista della sera. Concordo col fatto che sia stato un concerto troppo corto! 65€ sono tanti eh! Andrebbe considerato anche questo dall’artista che , per carità non è un juke box, però alla fine ti rimane un po’ l’amaro in bocca. Comunque e sempre brava dal vivo, una voce che tocca le corde più profonde dell’animo.

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