Banco del mutuo soccorso, dopo 40 anni torna il ‘Salvadanaio’ in un cofanetto imperdibile

“Cercavano un cantante bello e in effetti lessi negli occhi di Vittorio un po’ di indecisione quando mi presentai a casa sua. Poi abbiamo fatto il provino e, grazie a Dio, mi accorsi che suonavano una musica diversa. Quella diversità ce la siamo presa e l’abbiamo portata avanti fino a oggi. Abbiamo fatto un percorso che ci appartiene e del quale siamo molto orgogliosi”. Nelle parole di Francesco Di Giacomo – condite con quel pizzico di ironia che lo contraddistingue – si legge la spontaneità e la forza che ha da sempre segnato la musica del Banco del Mutuo Soccorso. Una realtà italiana, tra le più apprezzate al di fuori delle mura amiche, che in quarant’anni di storia ha intrapreso un percorso mai di comodo, lontano dalle mode e dalle soluzioni semplicistiche.

Dai giorni dell’incontro tra Di Giacomo e Nocenzi e la successiva pubblicazione del primo lavoro – lo storico ‘salvadanaio’, disco omonimo chiamato così dai fan perché era un vinile con la copertina sagomata a forma salvadanaio – sono passate quattro decadi, oggi celebrate, e onorate, con una serie di concerti dal vivo, libri, e un doppio cd (disponibile anche in vinile) edito da Sony Music. Si tratta di un cofanetto (in formato dvd, per intenderci) contenente uno scritto di Sandro Neri sulla storia del gruppo, foto, la riedizione del primo album, tre inediti e tre brani live. La nuova masterizzazione di ‘Salvadanaio’ restituisce al lavoro una nuova profondità dinamica. Affiorano particolari troppo nascosti nelle precedenti edizioni su cd, anche se le sei tracce mantengono la loro natura e, fortunatamente, i loro limiti tipici dell’epoca. Non avrebbe avuto senso ripulire e dare una maggiore spinta timbrica a un lavoro del genere, che continua a stupire per intensità e profondità espressiva. Difficile trovare un album di debutto dalla cifra emozionale, dalla cura e dal fascino così grande.

I venti minuti di musica inedita, che Vittorio Nocenzi ha orchestrato per un quartetto inusuale, composto da pianoforte, sax contralto, violoncello (suonato da Tiziano Ricci, storico bassista del gruppo) e chitarra acustica, fanno parte del progetto ‘Francesco’, l’opera rock che il Banco non ha mai dato alle stampe, divenendo così per critica e fan una vera e propria leggenda. Oggi dunque possiamo apprezzare questi tre brani stupendi – ‘Polifonia’, ‘Tentazione’ e ‘Padre nostro’ – dai quali emerge la radicata anima progressive della band, e nei quali si evidenzia la stoffa compositiva di Nocenzi, da sempre al centro dei meccanismi compositivi del Banco e da sempre incline a una scrittura fatta di sentimenti, di istinto, di divenire, sempre pronto nel cogliere l’attimo di ispirazione, di magica visione. Forza e spirito d’insieme caratterizzano anche i tre pezzi live messi in chiusura: ‘R.I.P.’, ‘Metamorfosi’ e ‘Traccia’ sono state riprese alla Stazione Birra di Roma il 28 aprile scorso, e mostrano la dimensione più intrigante della band, quella live performance mai uguale, sempre colma di significati e di momenti esaltanti. Per chi ha amato e continua ad amare il Banco questo è un cofanetto imperdibile, ottima porta di ingresso per chi non conosce questo giardino incantato pieno di aromi, profumi e colori che con il tempo sembrano non sbiadire mai.

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