‘Italia spaghetti e mandolino’: anche il re della commedia ci è cascato

Con ‘To Rome with Love’ termina il tour europeo di Woody Allen: dopo aver smentito, infatti, i rumours che suggerivano Copenaghen come location per la sua prossima produzione cinematografica, il celebre regista newyorkese ha dichiarato che il suo prossimo lavoro si svolgerà Oltreoceano, forse a San Francisco. E meno male, possiamo aggiungere. Se con ‘Midnight in Paris’ il buon Woody era riuscito a cogliere l’essenza della capitale francese, regalando agli spettatori un bellissimo spaccato della raffinata Parigi anni ‘20, con Roma fa decisamente un buco nell’acqua. E così anche il re della sophisticated comedy, come tanti prima di lui, ci è cascato con tutte le scarpe: Roma al tramonto, ‘Nel blu dipinto di blu‘, amori che sbocciano tra le rovine e la Fontana di Trevi, le passeggiate a Trastevere, l’omaggio a Fellini.

Insomma, gli stereotipi ci sono tutti: dai protagonisti abbigliati in perfetto stile anni ‘50 al romanaccio in canottiera che spalanca la finestra del suo appartamento mostrando fiero il petto villoso, il film entra subito a far parte di quella vasta collana che potremmo denominare ‘ecco come ci vedono gli stranieri’. La storia viene insaporita da intrecci amorosi vari ed eventuali, ma, eccezion fatta per la coppia Page-Eisenberg, la cui storia si destreggia tra sottili giochi di seduzione e citazioni pseudo-intellettuali, come vuole la tradizione alleniana, gli altri episodi (per giunta sconnessi tra loro) non hanno nulla da invidiare alle ‘vanzinate’ varie che ci vengono propinate ogni anno insieme al panettone. A completare il simpatico quadretto dell’Italia spaghetti e mandolino vi sono prorompenti escort in vestitino rosso e tacchi a spillo (Penelope Cruz) inviate in hotel come ‘dono‘ (e qui si sente l’odore di ironia cattivella) e le troupe giornalistiche che irrompono in casa di Roberto Benigni filmando minuto per minuto l’atto della rasatura mattiniera e chiedendo al malcapitato cosa mangi a colazione e se indossi i boxer o le mutande.

Una scena spassosa, questo è sicuro, ma c’è da chiedersi: non sarà mica questa l’immagine della stampa italiana all’estero? Ad ogni modo, ‘To Rome with Love’ non è un caso isolato. Basta ricordare la versione della città eterna proposta dal recente ‘Mangia, Prega, Ama’ di Ryan Murphy, nel quale gli abitanti della Capitale vengono dipinti come amanti del dolce far niente e mangiatori di spaghetti. Per non parlare della scena in cui la protagonista, ospitata da una signora del sud, è costretta a scaldarsi l’acqua nelle pentole per farsi il bagno. Insomma, anche i grandi del cinema, su Roma, inciampano. Sarà per il suo fascino immortale, sarà per quei tramonti da cartolina, sarà per la sua capacità di evocare la malinconia di Melpomene. Italiani, non resta che buttare la pasta e impugnare il mandolino sulle note di ‘Nel blu dipinto di blu‘.

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