Litfiba: ‘Grande Nazione’, la tempesta elettrica è tornata

La tempesta elettrica è tornata: a tredici anni da ‘Infinito’ i Litfiba sono di nuovo fra noi con un nuovo lavoro di inediti, ‘Grande nazione’. È un disco onesto, coerente, sincero, perché prosegue, anzi riprende il discorso bruscamente interrotto nel 1999 con la dolorosa separazione fra Piero e Ghigo. Le sonorità? Litfiba 100%. Rock adrenalinico, brani tirati che si alternano a un paio di ballate azzeccate. Ammettiamolo: questo era un album decisamente ‘pericoloso’, poiché molti erano rimasti delusi dopo il contraddittorio e poco riuscito singolo ‘Squalo’, che lo stesso Ghigo, in conferenza stampa, ha definito “il brano peggiore dell’album”.

E invece ‘Grande nazione’ fuga ogni dubbio: testi ficcanti, che pescano nel mondo politico-sociale della nostra piccola/grande Italia di oggi, la chitarra di Renzulli che torna ad aggredire come non faceva da tempo, un Pelù in gran forma, e atmosfere che riportano – senza farne mistero – direttamente ai lavori degli anni ’90. Qualcuno ha detto che i Litfiba hanno osato poco, cercando semplicemente di proseguire una strada già tracciata, ma perché chiedere loro di cambiare? Dopo ‘Infinito’, in cui i toni troppo pop (e forse fin troppo leggeri) dominavano, la band ci consegna un lavoro che più rock non si può, e a noi questo va più che bene. Non ci sono pause, pochi i momenti bui: insomma, un disco compatto e solido che va preso nel suo insieme e  non mancherà di soddisfare i fans. ‘Fiesta tosta’ è l’energetica apertura: un rockettone impreziosito da un testo ironico e tagliente che attacca un certo modo di fare e vivere la politica.

In pratica, un chiaro assalto al berlusconismo. Di ‘Squalo’, come già detto, si sarebbe fatto volentieri a meno. ‘Elettrica’ è uno degli episodi più riusciti: gran bel ritornello orecchiabile al punto giusto, liriche accattivanti, ci verrebbe quasi da proporlo come prossimo singolo. ‘Tra te e me’ riconduce al periodo di ‘Insidia’, quello in cui Pelù non c’era: si avverte dunque forte la mano di Ghigo nella conformazione del brano. ‘Tutti buoni’ è un’altra invettiva contro il mondo politico: emblematici i versi che recitano “Tutti bravi, tutti buoni, ma solo in tempo di elezioni” oppure  “Dire bugie è diventato lo sport di una casta che spaccia promesse”. ‘Anarcoide’ e ‘Grande nazione’, due canzoni tiratissime, continuano sulla stessa falsariga e sono già consegnate al pogo nei prossimi concerti di marzo. Il momento più bello, però, si ha con ‘Luna dark’, una ballata ipnotica e oscura.

‘Brado’ sembra uscita direttamente da ‘Spirito’: è forse un po’ troppo tamarra, ma comunque entra subito in testa. ‘La mia valigia’, altra ballata meravigliosamente sognante, è l’intrigante secondo singolo estratto. ‘Grande nazione’ è uscito in tre edizioni: cd standard, cd deluxe (con un libretto di 32 pagine e la bonus track ‘Dimmi dei nazi’) e vinile. I Litfiba sono tornati a graffiare come ai bei tempi; certo, i fans più oltranzisti che si aspettavano magari un ritorno al sound dei loro primi lavori rimarranno forse un po’ delusi, ma ‘Grande nazione’, a nostro giudizio, è un disco soddisfacente. Ovvio che, come detto, non mancano i momenti bui, dunque nessuno ha la pretesa di gridare al capolavoro. Piero e Ghigo si lasciano definitivamente alle spalle le incomprensioni che ne avevano sancito il divorzio artistico; il rock nostrano ritrova una band in salute e ringrazia.

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