‘Baciato dalla fortuna’, in memoria della comicità partenopea

È dal 30 settembre al cinema ‘Baciato dalla fortuna’, film diretto da Paolo Costella che vede la presenza di Vincenzo Salemme, Asia Argento, Nicole Grimaudo, Dario Bandiera e Giuseppe Giacobazzi. Gaetano (Vincenzo Salemme) si è appena trasferito da Napoli a Parma per svolgere la professione di vigile urbano. Arrivato nella cittadina ducale, vede assegnarsi Betty (Asia Argento) come collega in servizio per le vie della città dal comando della polizia municipale.

Tra i due ben presto nasce più di una simpatia, interrotta bruscamente dalle scappatelle di Betty con il comandante dei vigili urbani. Quest’ultimo è divorato dai debiti e per di più ha alle calcagna la sua ex moglie, una donna casa e chiesa alla quale deve versare mesi e mesi di alimenti arretrati. Gaetano, sconsolato e in solitudine, trova rifugio nel gioco del Superenalotto. A interrompere il suo vizio è la psicanalista Anna (Nicole Grimaudo), un’avvenente neolaureata che lo esorta a diventare suo paziente, tentando di allontanarlo da quel mondo, senza però riuscirvi. Un giorno, preso dagli imprevisti, Gaetano non riesce a giocare i suoi soliti sei numeri; il mattino seguente si accorge che i numeri però erano stati estratti. Preso dallo shock, cade battendo la testa. Al risveglio, tutta la città crede che sia stato lui a centrare il sei conoscendo la sua passione per il gioco e le donne cominciano a farlo oggetto di attenzioni e premure.

Gli sceneggiatori del film, Paolo Costella, Massimiliano Bruno e lo stesso Vincenzo Salemme, si rifanno alla vecchia commedia all’italiana, incentrando la trama sul giocatore incallito, debole, attorniato da personaggi cattivi, traditori e millantatori, figure abitudinarie nelle commedie di Eduardo De Filippo e nei racconti di Giuseppe Marotta. Questo richiamo ai classici della tradizione napoletana rende la sceneggiatura più complessa, intricata di equivoci, tentando di rievocare le maschere della comicità partenopea. Il film a primo impatto sembra raccontare un fenomeno nazional-popolare come quello del gioco in tempo di crisi, ma cela dietro sé una messa in scena teatrale senza tempo, dove tutti i personaggi richiamano un’ambientazione più adatta al piccolo schermo che non al palcoscenico, un mix tra recitazione teatrale e satira veloce, tipica del tubo catodico, una struttura schematica e rigida, che rende poca enfasi nelle scene caratterizzanti. Gli attori risultano esilaranti nei loro ingressi in scena ma non riescono a catturare lo spettatore. L’opera cinematografica tratta il tema della fortuna, ma è meno fortunata nello scopo di trasmettere un messaggio che solo in parte arriva a destinazione.

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi