Luca Carboni: “Adesso racconto il viaggio della vita”

‘Senza titolo’ è il nuovo cd di Luca Carboni. Arriva a 5 anni da ‘Le band si sciolgono’ e a due dal suo omaggio ai grandi cantautori italiani degli anni ’70, ‘Musiche ribelli’. Storie di provincia, genitori e amore in un parallelo tra gli anni ’80 e oggi nei testi delle dieci canzoni (più la bonus track ‘Il fiume’, disponibile solo su iTunes) con sonorità che riportano direttamente a quelle che fecero la fortuna di Carboni negli anni ’90, grazie alla rinnovata collaborazione con il produttore Mauro Malavasi: queste le carte vincenti di un album molto ispirato. Il disco, uscito anche in vinile, è stato anticipato dai singoli ‘Fare le valigie’ e ‘Cazzo che bello l’amore’. A dicembre partirà un tour teatrale di dieci date nelle principali città italiane. Questa la nostra intervista a Carboni.

Come nasce questo tuo nuovo lavoro discografico?

È figlio di un’esperienza nuova che ho fatto negli ultimi anni, quella di uscire dalla città, non però come fuga da Bologna, che continuo ad amare molto. Sono andato a vivere sull’appennino bolognese per una buona parte dell’anno. Ho scritto dunque l’album in una situazione diversa per me, più a contatto con la natura. Lavorando all’aria aperta sono nate così tante considerazioni e pensieri che poi hanno generato il disco. Nelle canzoni che lo compongono racconto un po’ il viaggio inteso come viaggio della vita, dei cambiamenti, di essere padri o figli, il tempo che passa.

Ha destato curiosità anche il nome del disco, ‘Senza titolo’: perché la scelta di chiamarlo proprio così?

In passato ho utilizzato spesso solo il mio nome, ad esempio ‘Luca Carboni’ nel 1987, ‘Carboni’ nel 1992 o ancora ‘Lu*Ca’ nel 2001, proprio per lasciare l’ascoltatore libero di entrare in un viaggio musicale. Avendo già utilizzato in tutte le maniere il mio nome, ho pensato di prendere in prestito dall’arte figurativa questo classico ‘non titolo’ che gli artisti usano per non condizionare il fruitore dell’opera.

Ascoltando ‘Senza titolo’ si ha quasi l’impressione di una tua voglia di tornare alle sonorità dei lavori degli anni ’90. Se questo è vero, quanto ha influito la presenza di Mauro Malavasi, tuo storico produttore all’epoca, su questa scelta?

Ho voluto lavorare nuovamente con lui per sentire la sua mano, anche perché mi desse un aiuto per fare un racconto che fosse principalmente moderno, ma partendo come radici e idee musicali da certe sonorità che mi appartengono, appunto, dagli anni ’90. Abbiamo fatto insieme un percorso che cita momenti di allora pur cercando di guardare al futuro.

Fra le canzoni presenti ci piace citare ‘Per tutto il tempo’ e ‘Senza strade’: cosa ti ha ispirato nello scriverle?

Sono due brani a cui tengo tantissimo. ‘Senza strade’ non è propriamente autobiografica perché non ho un padre marinaio, ma è la storia di un padre e un figlio che guardano il futuro e ha ispirato anche la copertina dell’album. ‘Per tutto il tempo’ è una canzone d’amore, su come questo sentimento matura e sui suoi molteplici aspetti, su come cioè lo si vive.

In ‘Riccione-Alexander Platz’, scritta insieme al tuo storico bassista Ignazio Orlando, sembra che tu volga lo sguardo al periodo degli anni ’80 con una certa nostalgia…

Nella canzone faccio un parallelo fra gli anni ’80 e oggi: a vent’anni eravamo in un certo modo e oggi siamo così. All’epoca, cioè, sembravamo illuminati, aperti, coscienti di aver capito tante cose del mondo e di come va la vita, e poi invece a cinquant’anni, tirando le somme, siamo un po’ dei pianeti violati e dispersi, persone che hanno inciso poco sulla nostra storia e sul nostro tempo, sulla politica e sulla socialità. Le premesse erano ben altre: sembravamo una generazione molto creativa, in grado di dire tanto nella società, e così non è stato.

‘Madre’ chiude idealmente il disco: come è nata?

Questa canzone è in realtà un mistero anche per me perché la mia mamma è scomparsa ormai tanti anni fa, nel 2000: non ero mai riuscito a scrivere niente al riguardo e non avevo mai voluto farlo. In un pomeriggio dello scorso anno è invece nata di getto ‘Madre’, che per me è un pezzo importantissimo: non a caso chiude il disco e, dunque, tutto il racconto del viaggio della vita, in cui c’è un ritorno a questo incontro con le origini con chi ti ha messo al mondo e speri di rivedere un giorno in un momento di gioia.

Partirà a dicembre un tour: che tipo di concerto sarà? Ci puoi dare qualche anticipazione?

Sul tour sono ancora un po’ impreparato perché, finito questo primo giro promozionale in cui presenterò l’album in giro per l’Italia, mi concentrerò proprio per scegliere la scaletta e capire anche come fare visivamente e musicalmente questo concerto. Sarà un tour teatrale con dieci date in dicembre e poi altre ad anno nuovo: la mia idea è quella di mettere dentro il concerto tante canzoni del passato che fanno parte della mia storia musicale, e che non suono magari da molto tempo, insieme alle nuove.

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  2. 6 Dicembre 2011: Luca Carboni, parte da Roma il ‘Senza titolo Tour’

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