“Fabrizio De André non era un Santo”. Il mensile ‘Rolling Stone’ contro la santificazione di Faber

E’ un Fabrizio De André intento a fumare la sua ‘mitica’ sigaretta quello che campeggia sulla copertina del numero di luglio del mensile ‘Rolling Stone’. “De André giù dall’altare”: con questo titolo, che potrebbe sembrare ai fan più intransigenti del cantautore genovese quasi blasfemo, la rivista introduce interviste agli amici di sempre e alla moglie Dori Ghezzi. Dall’inchiesta viene fuori il ritratto di una persona normale, che sarebbe stata sicuramente infastidita da questa ‘santificazione’ post mortem.

“La leggenda del santo cantautore non sarebbe piaciuta nemmeno a lui. Perché, in realtà, fu assai più ambiguo e confuso, culturalmente, di come lo tramandano i suoi cantori postumi”, scrive Rolling Stone. Alle dichiarazioni di Paolo Villaggio, Mauro Pagani e Massimo Bubola, si aggiungono quelle della donna che gli rimase accanto fino alla morte, avvenuta l’11 gennaio del 1999. “Era sicuramente più cazzaro che santo – confessa la Ghezzi – Oggi io sono l’archivio storico di un fatto culturale e musicale importante che non appartiene direttamente a me. E a volte sento un senso di rigetto per questo ruolo, non mi sento portata. Più che fare la testimonial, amo occuparmi di progetti concreti, far nascere delle cose. Se mi presto è perché mi rendo conto che mi tocca, e che questo porta a realizzare cose buone. Ma vorrei defilarmi”.

Alla domanda su cosa gli rimproverasse, Dori Ghezzi risponde: “Cosa gli perdonavo, vorrai dire! Il farsi del male. Non faceva male agli altri, ne faceva a se stesso. Specie quando beveva troppo. Aveva momenti di rabbia non controllata perché non era più lui. Dopo vari tentativi di smettere, ricevette la spinta decisiva dal padre, che glielo chiese dal letto di morte. A volte vorrei che gli avesse anche chiesto di smettere di fumare”.

  1. 1 commento a ““Fabrizio De André non era un Santo”. Il mensile ‘Rolling Stone’ contro la santificazione di Faber”

  2. 1 maria compagnone scrive (8 Luglio 2011 alle 15:53):

    Per me faber è stato grandissimo proprio nella sua normalità, nei suoi eccessi, nel suo essere sempre vicino ai deboli, ai fragili, agli indifesi che si sono identificati in lui semplicemente. La Dori è stata meravigliosa a condividere per amore e solo per amore un’esistenza difficile, ma io darei tutta la mia vita per anche solo poco tempo accanto a De André.
    Con questo non voglio santificarlo, ma mi piace proprio nel suo essere umano e uomo.

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