A Monte Carlo il ‘Monaco Charity Film Festival’

A pochi giorni dal parente ben più altisonante ‘Festival di Cannes’, il 5 maggio apre le porte la quinta edizione di un particolare evento, il ‘Monaco Charity Film Festival’, un incontro ravvicinato tra cinema indipendente, jet set e beneficenza, con lo scopo di aiutare giovani registi, non solo economicamente ma anche cercando di inserirli in circuiti di distribuzione e dare loro visibilità.

La particolarità del Festival sta nel fatto che ogni anno vengono anche raccolti fondi da donazioni ed eventi mondani; famosa la cena di Vicente-Andres Zaragoza, presidente e fondatore del MCFF, destinata a soggetti in particolari difficoltà in tutto il mondo. L’anno scorso la raccolta servì, attraverso la ‘Virlaine Foundation’ ad aiutare i bambini che vivono per strada nelle Filippine: per loro è stata costruita, in seguito, una confortevole casa sorvegliata a Manila. Per una settimana, al ritmo minimo di quattro film al giorno, una giuria selezionata sceglierà, entro l’11 maggio, il migliore lungometraggio. Nel 2010 il premio andò a ‘Kelin’ per il Kazakistan. Premiati anche il miglior regista, il migliore sceneggiatore e i migliori attori e attrici protagonisti; le proiezioni si svolgeranno alla salle Ponent del Teatro Princesse Grace, all’Hotel Hermitage e all’Hotel Metropole.

Programmatore e direttore artistico Georges N. Chamchoum, di origine libanese, che dopo la laurea al Conservatoire du Cinema Français di Parigi nel ‘68, ha prodotto oltre 35 film in Europa, Africa e Usa, riscuotendo riconoscimenti a Cannes, Berlino, Mosca, per citarne alcuni. Tra i favoriti in competizione quest’anno ci sono il film drammatico giapponese ‘Baseball dream’, lo statunitense ‘Becoming Eduardo’, il nigeriano ‘Black gold’ e ‘Black, White & Blues’, dagli Usa. I visitatori e gli spettatori avranno una panoramica inedita di cineasti di talento provenienti da tutto il pianeta, con una cinquantina di film selezionati su 100 presentati e altrettanti cortometraggi, quasi tutti in prima visione mondiale. C’è attesa per la pellicola ‘Playground’, per la regia di Libby Spears , prodotta da George Clooney e Steven Soderbergh, da sempre attenti ai problemi sociali. Il film-documento tratta lo scabroso tema del commercio sessuale dei bambini negli Stati Uniti, tema che quest’anno apre la strada al soggetto del Festival: la pedofilia e la prostituzione infantile.

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