‘Silvio Forever’, la vita di mister B in salsa agrodolce

Domani 25 marzo uscirà nelle sale il film ‘Silvio Forever’, diretto da Roberto Faenza e Filippo Macelloni, e scritto da Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo, autori de ‘La Casta’. La pellicola, prodotta dalla Lucky Red, ha suscitato non poche polemiche già all’uscita del trailer, visto che in esso compare anche la madre del Premier, Rosa Bossi Berlusconi, scomparsa due anni fa. ‘Un’autobiografia non autorizzata’ che, a differenza di molti altri episodi proiettati sul grande schermo, lascia spazio al senso critico dello spettatore.

Alla presentazione dell’anteprima gran parte della stampa ha ritenuto troppo qualunquista e soft il ritratto offerto al grande pubblico ma sarebbe stato banale un film di parte, sia nel bene che nel male, su un personaggio costantemente sulla bocca di tutti. Un’opera cinematografica deve, prima di tutto, saper aprire una riflessione, un confronto, suscitare e produrre senso nell’occhio del cinefilo. Il Cavaliere viene posto sotto i riflettori così com’è, con i suoi ‘cribbio’ e i suoi ‘mi consenta’, con la sua voglia solita di scherzare e sdrammatizzare anche questioni delicate.

Un ‘SuperLeader’ che non conosce stop, dalla fondazione di Fininvest, alla fine degli anni ’70, alla nascita successiva nel ’93 del Gruppo Mediaset, dall’acquisizione del club calcistico A.C. Milan nel 1986 fino all’ascesa politica del 1994 e alle ultime inchieste che lo hanno reso protagonista indiscusso delle cronache su tutte le testate giornalistiche. Berlusconi è, da nord a sud Italia, come un mastice a presa rapida, un collante che non molla, sempre presente in tv, sulla stampa, in politica, nello sport, nell’imprenditoria.

Vedere questo film vuol dire ripercorrere i passi della sua vita e prendere coscienza, al di là di ogni giudizio personale, di quanto sia stato e continui a essere influente il Premier. Un film per tutti che non cade in nessuna dietrologia, in nessuna retorica, ponendo un’imparziale visione di Silvio Berlusconi. Chi lo ama potrà uscire dalla sala continuando a incensarlo, chi lo critica potrà ricordarsi quali sono i motivi di questo astio che si è sedimentato nel tempo.

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