Al Cineforum Seraphicum di Roma la presentazione de ‘Il Canto delle sirene’

Canto delle Sirene locandina

Sabato 18 maggio alle ore 18.30 si terrà, presso il Cineforum Seraphicum di Roma, la presentazione de ‘Il Canto delle sirene’, un viaggio documentaristico in un mondo fatto di paure, voci, deliri e allucinazioni. Fatto di silenzi e oscurità. Di tentativi e fallimenti. Di persone che quotidianamente devono lottare per evitare di essere sopraffatti da una realtà parallela che non permette loro di godere a pieno di ciò che il mondo reale offre.
Gli uditori parlano con le voci, le fronteggiano, ognuno con tecniche diverse, ma tutti con l’obiettivo di ristrutturare una nuova impalcatura per la propria vita. Ingresso con biglietto singolo.

Dalla trama emerge come i protagonisti abbiano deciso di affrontare le voci delle sirene, come fece Ulisse, ma questa volta sciogliendo le catene, perché pronti a riconoscerle e a trasformarle in loro compagne di vita. Spiega il regista Donato Robustella: “Il focus narrativo del docufilm ha come oggetto gli uditori di voce. Persone che, secondo il sistema nazionale sanitario, sono classificate come schizofreniche. Le uniche cure previste dal Sistema Sanitario Nazionale sono quelle legate agli psicofarmaci. Terapie farmacologiche invadenti che modificano la sfera emotiva dell’individuo”. L’idea di raccontare quest’argomento parte dal fatto che Robustella ha un’esperienza di oltre dieci anni presso strutture che si occupano di riabilitare pazienti psichiatrici.

Spesso queste persone sono semplicemente disadattate e a volte per curarle basterebbe che tra curante e paziente si instaurasse una buona relazione d’ascolto. ‘Il canto delle sirene’ racconta, attraverso esperienze diverse di vita, come l’uditore di voce possa ricostruire una nuova impalcatura esistenziale. “Personalmente – dice Robustella – non mi bastava fare un prodotto tipicamente documentaristico, ma avevo l’idea di creare un connubio con un percorso di finzione, prettamente cinematografico, per dare la possibilità ad un pubblico diverso dal sanitario di avere un biglietto di ingresso e di uscita da un mondo surreale ed inimmaginabile, fatto di oscurità e voci, di giudizio e accoglienza”.

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