Ornella Vanoni: sprazzi di vita raccontati a piedi nudi nel docu-film ‘Ricetta di donna’

Ornella Vanoni

Sarà proiettato domani in anteprima al Piccolo Teatro Strehler di Milano ‘Ornella Vanoni. Ricetta di Donna’, il primo docu-film dedicato alla vita di un’artista fuori dal coro che calca le scene da oltre cinquant’anni. La cantante verrà celebrata all’interno di una serata speciale in suo onore. “Il mio obiettivo era quello di raccontare Ornella così come viene vista dagli amici; una persona vera, ironica, dalle mille contraddizioni e ovviamente dal talento infinito”, spiega Alexandra della Porta Rodiani, che ha scritto e diretto la pellicola.

Un percorso di vita raccontato a 360 gradi, un fiume di ricordi nel quale, in maniera dinamica, si alternano e si intrecciano sprazzi di esperienza personale e testimonianze di chi ha arricchito professionalmente ed umanamente la vita di un’artista dalla spiccata personalità. Le voci di Gino Paoli, Mario Lavezzi, Arnaldo Pomodoro, Paolo Fresu e della stessa Vanoni si alternano, in maniera armonica, ai suoni della musica brasiliana e alle note di jazz, stili sperimentati dalla cantante “classica” con innata versatilità, e che hanno contribuito, nel corso del tempo, a plasmare il profilo di una cantante che oggi rimpiange il vecchio modo di “creare insieme”: “Una volta lavoravamo tutti insieme, stavamo in studio, mangiavamo, ridevamo, piangevamo insieme, adesso è tutto più frettoloso, più freddo; uno lavora di là, uno lavora di lì: questo è l’appiattimento della musica. I rimpianti che ho sono di un periodo più facile, dove un disco, se era bello, vendeva e durava di più. Insomma, c’era curiosità della vita e dove c’è curiosità c’è cultura”.

Molte le confidenze che scivolano con assoluta spontaneità e naturalezza all’interno del docu-film, tra cui spiccano le argomentazioni e le cause relative alla morte di Luigi Tenco (due pronox e una bottiglia di cognac), tragico evento che la Vanoni ricorda con assoluta nitidezza: “Io a lui ci tenevo, gli volevo bene, e sapevo che soffriva molto per il fatto di essere a Sanremo. Durante il Festival gli sono andata vicino, ma la sua espressione mi ha spaventato. Gli ho detto di tenere gli occhi aperti davanti alla camera, perché noi timidi altrimenti in televisione non arriviamo al pubblico. Poi, sono corsa da quelli dell’Rca, compresa Dalida, e ho detto loro di stargli vicino”. Un lungometraggio ad alto contenuto emozionale, quindi, che racchiude tracce musicali, racconti e sprazzi d’anima che la Vanoni mette a nudo a piedi scalzi sul divano di casa, impreziosito dalla presenza di immagini salienti di personaggi della cultura e dello spettacolo italiano, e che si conclude con una malinconica e totalmente inedita versione di ‘My way’ di Frank Sinatra, con la voce della Vanoni accompagnata dalla tromba di Paolo Fresu.

Foto di Marinetta Saglio

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi