‘Il borghese gentiluomo’: Venturiello e Tosca in un travolgente comédie-ballet

Il borghese gentiluomo

Massimo Venturiello e Tosca sono i protagonisti di un travolgente spettacolo di comédie-ballet: ‘Il borghese gentiluomo’ di Molière. Le musiche sono di Germano Mazzocchetti e le coreografie di Fabrizio Angelini, per la regia dello stesso Venturiello, che spiega: “La nostra lettura di questo grande classico non intende tradire le intenzioni dell’autore, ma al contrario approfondirle. L’azione si colloca in un’atmosfera visionaria che ha un sapore napoletano-parigino, con tutto quello che ne consegue, dalla lingua parlata alla musica. In particolare le musiche originali di Mazzocchetti vanno in questa direzione e accrescono l’ironia insita in tutto il lavoro, ricercando arrangiamenti e sonorità che spaziano dal rinascimento alla sceneggiata napoletana”.

La trama è semplice: un ricco borghese sogna di diventare nobile. Intorno a lui ruotano adulatori e scrocconi, che assecondano la sua follia pur di ottenerne un guadagno. A questi si contrappone la moglie del protagonista, tutta senso pratico e concretezza, che cerca di farlo rinsavire. Di fronte all’ennesimo rifiuto del ‘borghese’ di dare in sposa sua figlia al ragazzo che ama, perché privo di nobili natali, tutti d’accordo gli giocano la beffa finale attraverso la famosa ‘Cerimonia Turca’, e anche la moglie, che pur criticandolo aspramente ha fino ad allora cercato di proteggerlo, gli si schiera contro lasciandolo definitivamente solo, nella sua folle utopia.

“I brani cantati, alcuni dei quali già previsti dall’autore, e le coreografie di Angelini – aggiunge Venturiello – contribuiscono a ‘mostrare’ la vicenda di questo ‘borghese’ accentuandone la miseria ideologica”. L’obiettivo è quello di “costruire un prodotto che stimoli una riflessione nello spettatore attraverso il racconto di un microcosmo nel quale è facile rispecchiarsi”. Infine, un riferimento ai tagli della cultura: “Questo allestimento, che oltre a me e Tosca vede in scena un nutrito cast di attori, ballerini e cantanti, rappresenta una caparbia necessità di mettere in scena il ‘gran teatro’, a dispetto delle logiche di mercato dominanti, che inevitabilmente impongono agli Enti privati una linea produttiva restrittiva e di conseguenza pericolosa per il futuro del nostro teatro”.

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