Gianni Sibilla: “Un Master in Comunicazione Musicale per formare i professionisti di domani”

E’ giunto alla sua dodicesima edizione il Master di Primo livello in Comunicazione Musicale dell’Università Cattolica, dedicato a chi desidera trasformare la propria passione per la musica in una carriera lavorativa. Un prestigioso team di professionisti, tra cui Omar Pedrini e Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, operatori, docenti universitari, artisti, che salgono in cattedra per formare a 360° i futuri professionisti della comunicazione musicale. Abbiamo incontrato Gianni Sibilla, responsabile didattico del corso post-laurea.

Sono dodici anni, ormai, che il Master in Comunicazione Musicale si distingue per la qualità e la validità dell’offerta formativa. Quali sono le figure che il corso si prefigge l’obiettivo di formare?
Il nostro obiettivo è di formare coloro che desiderano lavorare nel mondo della comunicazione musicale. Sostanzialmente di tratta di tre tipologie di figure professionali: addetto alla promozione nelle etichette discografiche, addetto alla comunicazione musicale in uffici stampa e redattore/programmatore dei media musicali.

Ci sono particolari qualità e/o competenze richieste?
La qualità fondamentale è la passione per la musica. Certo, preferiamo persone che hanno seguito un percorso attinente, umanistico, ma questo non è un elemento discriminante: chiunque è in grado di partecipare, abbiamo iscritti che provengono da ogni facoltà.

Il mondo del lavoro è in crisi, ed entrare nel settore musicale è estremamente difficile. Al di là della teoria, il Master si occupa anche di offrire un riscontro pratico con il mercato in questione?
Assolutamente sì. Cerchiamo di creare un ponte, dei contatti con il mondo del lavoro. Abbiamo una lista di aziende che ogni anno confermiamo, e il primo stage è garantito per ogni partecipante. Poi, ovviamente, la soddisfazione più grande è ritrovare gli ex studenti nel settore musicale: è una cosa che capita spesso.

Squadra che vince non si cambia: anche quest’anno il Master ha confermato la partecipazione di Cristiano Godano (Marlene Kuntz) e Omar Pedrini, che salgono in cattedra in veste di docenti per raccontare la propria esperienza. Come sono nate queste collaborazioni?
Sono collaborazioni ormai consolidate, nate in maniera differente, ma entrambe finalizzate al medesimo scopo: quello di fornire il punto di vista degli artisti, perchè poi la musica, al di là della teoria, è fatta dalle persone. Omar è stato il primo; aveva già tenuto alcune lezioni all’università Cattolica, soprattutto nella sede di Brescia. E’ stato naturale tirarlo dentro in questo progetto. Poi è venuto Godano, mio amico e concittadino. Ho saputo che andava in giro a fare seminari sulla scrittura per la musica, e così ho deciso di coinvolgerlo.

Che uso fate della Rete e delle numerose opportunità offerte dal web 2.0?
Ne parliamo a lezione: ci sono corsi dedicati al cambiamento dell’industria musicale e alle evoluzioni portate dalle nuove tecnologie. Ci serviamo del web a livello didattico: utilizziamo molto Dropbox, che permette di mantenere sincronizzati tutti i dati di cui abbiamo bisogno tra diversi pc, e Slideshare, che consente di inserire le proprie presentazioni in qualsiasi pagina web. Inoltre utilizziamo un account Twitter per diffondere le informazioni, e abbiamo ben due canali Youtube dove carichiamo i video delle lezioni. Ultimamente abbiamo raggiunto le diecimila visite.

Oggi il modo di approcciarsi al mondo dello spettacolo ha subito una trasformazione. Prima gli artisti giravano per i locali, si faceva la gavetta dura, che durava anni; adesso invece vanno ad Amici e diventano famosi. Cosa pensa dei talent show?
Non sono né a favore né contro. Penso solo che si tratti di un nuovo strumento, di un’opportunità in più per chi vuole intraprendere questo percorso. D’altra parte, quello che fanno programmi come Amici e X Factor non è molto diverso da ciò che propone Sanremo da anni. Come diceva Morandi, alla fine uno su mille ce la fa, nel senso che chi ha talento tramite questa vetrina ha poi la possibilità di emergere e fare strada, quindi non vedo cosa ci sia di male nello sfruttare occasioni di questo genere. Poi, per carità, la gavetta è sempre necessaria.

Internet ha radicalmente modificato anche l’industria musicale. Dal singolo atto della fruizione alla molteplicità di canali che possono essere utilizzati per farsi conoscere. Un modo più ‘democratico’ di fare musica, che offre tante opportunità ma solleva anche diverse problematiche. 
Siamo di fronte a una profonda mutazione, e quando è in atto un cambiamento le conseguenze sono sia positive che negative. Il fattore economico è un argomento molto delicato da trattare: l’industria musicale è cambiata, gli introiti della case discografiche sono diminuiti nettamente, ma dall’altro lato questa ‘democraticizzazione musicale’ ha offerto la splendida opportunità agli artisti di servirsi di una pluralità di canali per esprimersi e arrivare al pubblico. In ogni caso, al di là delle trasformazioni all’interno del settore, occorre sempre qualcuno che aiuti gli artisti a comunicare il proprio messaggio, ed è esattamente lo scopo del nostro master.

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