‘L’ultimissima ultim’ora del mondo’, la profezia dei Maya in 101 notizie pubblicate dal televideo

E’ uscito oggi, pubblicato dalle Edizioni Haiku, ‘L’ultimissima ultim’ora del mondo’, scritto dalle giornaliste Alessandra D’Agostini e Mariaceleste de Martino. La prefazione è affidata a Roberto Giacobbo, conduttore di ‘Voyager’, popolare trasmissione di Rai 2. Il libro analizza centouno notizie tra fatti catastrofici, disastri naturali o provocati dall’uomo, guerre, terremoti, alluvioni, ondate di gelo. Tutto è ispirato all’anno in cui i Maya hanno previsto la fine del mondo. Non è un caso che le ultim’ora evidenziate siano proprio 101, come il numero della pagina del Televideo Rai o quella di Ultimissima di Mediavideo che informa i lettori degli avvenimenti più scottanti e d’attualità.

“Fine del mondo o la fine di un mondo?”, si chiedono le scettiche e ciniche autrici, che non credono all’apocalisse. Secondo loro, tutto può cambiare e tutto può ancora accadere. “Il 2012 è stato sicuramente un anno devastante per l’economia mondiale ed ha sicuramente pagato il prezzo della ‘Primavera araba’. E poi, ancora guerre di religioni, spargimenti di sangue e interventi militari. Sofferenze e morti”, ricordano D’Agostini e de Martino, che vedono sempre l’aspetto positivo anche in una tragedia e, interpretando la profezia dei Maya, per loro “il 2012 è la fine del mondo, ovvero un anno bellissimo! L’importante è crederci”. Dello stesso avviso è Roberto Giacobbo, autore della prefazione, che afferma: “Quante notizie ci arrivano tutti i giorni, di ogni tipo, di ogni natura, ma purtroppo spesso negative. Raramente le notizie però vengono condensate per genere o periodo in una pubblicazione. Questo è il lavoro fatto con molta attenzione e intelligenza”. E poi: “Tante notizie, alcune di poche righe rafforzano ancora di più in noi la convinzione di aver vissuto un anno terribile, ma sempre in noi diventa più forte la consapevolezza che questo periodo deve finire. Un futuro che dovrà essere migliore senza dimenticare il nostro recente passato che questo libro in maniera sagace e spietata ci ricorda”.

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