Marianna Cataldi, da Mulan a ‘La forza del desiderio’: “Con la musica vi porto il mio messaggio d’amore”

E’ stata la voce di Mulan nell’omonimo film della Disney e quella della sigla de ‘L’isola dei famosi’. Marianna Cataldi ha recentemente pubblicato il suo nuovo disco, ‘La forza del desiderio’, in cui sfodera la sua voce da mezzosoprano. Forse a qualcuno il titolo del suo ultimo lavoro fa tornare alla mente una nota telenovela brasiliana, trasmessa in Italia da Retequattro. Non vi sbagliate. I brani della colonna sonora di questa serie tv sono cantati proprio da Marianna e contenuti in questo disco, oltre a ‘Morir d’amor’, l’unica versione cantata al mondo della sonata n°14 di Beethoven (‘Al chiaro di luna’), quattro rivisitazioni di brani tratti da importanti colonne sonore cinematografiche, una versione live di ‘I’ te vurria vasà’ e un inedito, ‘Sangue dall’anima’, di cui l’artista tarantina è autrice di musica e testo. L’abbiamo intervistata per voi.

Cantante lirica e al contempo pop. Come convivono in te queste due anime?
Non mi ritengo una cantante lirica, piuttosto una cantante pop/soul che si è avvicinata alla classica da adolescente e ne è rimasta contaminata, ed ho continuato negli anni questa mia ricerca di uno stile vocale personale, unendo tra loro stili e generi diversi, senza pormi limiti. La musica è bella se mi dà emozioni! La voce è uno strumento e come tale è poliedrico e può “suonare” quello che vuole.

Il disco ha come tema portante l’amore, quello con la A maiuscola, quello classico delle romanze. Com’è cambiato, secondo te, questo sentimento negli anni?
Abbiamo con il benessere dimenticato quali sono i valori importanti della vita e viviamo senza coscienza e presenza nelle nostre azioni, bramando l’effimero e pensando che tutto e tutti abbiano un prezzo. Ci sono cose che non si possono comprare nella vita, e tra queste proprio il più nobile dei valori, l’Amore vero!

‘La forza del desiderio’ è il titolo di una famosa telenovela brasiliana. Oltre alla sigla, cantavi altre due canzoni della colonna sonora. Cosa ricordi di quell’esperienza? Al di là del lavoro, ti appassiona questo genere televisivo?
Da lì è nato tutto perché ho finalmente potuto far sentire questa mia vocalità. Ho capito che piaceva e funzionava quando si è creato tanto interesse intorno a questi brani da parte dei fan della soap, che cercavano di sapere con mail e telefonate a Mediaset dove poter comprare quelle canzoni. Per quel che riguarda invece il genere televisivo devo dire che mi appassiona tutto ciò che è scritto, girato e recitato bene. Io, per deformazione professionale, mi concentro soprattutto sempre sulla parte musicale, ho l’orecchio sempre rivolto ai commenti musicali della colonna sonora: se il tema portante è una melodia forte, si enfatizzano tutte le emozioni.

‘Grazie amore mio’, ‘Parla più piano’, ‘Un giorno per noi’, ‘Your love’ sono tutti temi di importanti film. Quale hai amato di più interpretare e qual è, tra i film da cui sono tratti, il tuo preferito?
Ognuno di loro mi ha dato qualcosa: il primo che ho visto è stato ‘Love story’ e l’ultimo ‘Il padrino’, il film che mi ha colpito maggiormente, ma non chiedetemi di scegliere fra questi brani. Se fanno parte del mio album è proprio perché non ho saputo fare a meno di vivere e cantare nessuno di questi capolavori che mi sono rimasti dentro dal primo ascolto.

Il testo di ‘Morir d’amor’ è una tua creazione originale e ‘Sangue dall’anima’ è un tuo inedito. Sei soddisfatta del risultato?
Sono fin troppo critica in tutto, ma quando sento che ciò che volevo dire è stato espresso bene e mi emoziono riascoltando il brano, allora vuol dire che tutto si è magicamente fuso e mi sento come svuotata di un peso che avevo dentro. Lo devo ai grandi musicisti che hanno collaborato con me ed hanno orchestrato magnificamente il mio pensiero musicale.

Lavori anche come vocal coach per il teatro. Hai mai pensato di passare da dietro le quinte sul palco per un musical?
Sinceramente per me il musical dopo un po’ diventerebbe alienante. Nel canto voglio essere libera di interpretare il brano ogni giorno in maniera diversa e non è certo una cosa che puoi fare in un musical; lì devi essere funzionale allo spettacolo, non è il tuo. Io che ho bisogno sempre di nuovi stimoli, nuove note e di tenere a bada routine e noia credo non potrei reggere più di una settimana, mi sentirei in prigione!

Il tuo genere è molto amato all’estero. Un esempio recente è quello de Il Volo, il trio di ragazzi che sta avendo grande successo fuori dai nostri confini. In Italia siamo un po’ provinciali, ne convieni? Se ricevessi una proposta di lavoro, ti trasferiresti?
Trasferirmi non credo perché l’Italia è il Paese in cui voglio vivere e morire, ma se mi venisse data la possibilità di avere maggiori soddisfazioni e sentirmi più apprezzata farei la “pendolare aerea” per calcare quei palchi. La colpa è anche delle radio che per scelta decidono di continuare ad impoverire la cultura di massa proponendo solo le stesse cose che chiamano “radiofoniche”. Fortunatamente grazie alla rete possiamo andare oltre il limiti che ci vengono imposti da castranti strategie di marketing ed editoriali.

Potremo ascoltare le canzoni del tuo disco anche dal vivo prossimamente?
Certo (sorride, ndr), e non vedo l’ora. E’ in preparazione una serie di date live con una formazione composta da quintetto d’archi, pianoforte e voce, una magica atmosfera per coccolare le orecchie e il cuore di chi avrà voglia di riascoltare grandi melodie, rivisitate in uno stile diverso ma sincero, come il messaggio d’amore che porto attraverso la musica, di cui sono amante, moglie, figlia, sorella, amica e qualche volta mamma.

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