Miguel Bosè: ‘Papitwo’, un altro pezzo di vita in 14 tracce

‘Papitwo’ è la seconda raccolta dei brani di maggior successo del cantante italo-spagnolo Miguel Bosé. Un nome che suscita diversi ricordi, richiamando il precedente ‘Papito’ del 2007, e 14 duetti con personaggi illustri della scena musicale internazionale: dai nostri Tiziano Ferro e Jovanotti all’attrice Penelope Cruz. Lo abbiamo incontrato in occasione della presentazione del disco a Milano.

‘Papitwo’ è un progetto che ha ‘preso vita’ in sette mesi, quando in origine, per la realizzazione dell’album, ne erano previsti undici; com’è stato organizzato il lavoro?
Avevo un’esigenza precisa come unica variabile che potesse influire sull’organizzazione: sono un padre, ho messo al mondo due creature e ritengo sia fondamentale dedicare del tempo a loro. Per me i figli vengono al primo posto. Così, quando mi è arrivata la proposta di registrare ‘Papitwo’, ho parlato con lo staff, e una volta raggiunto l’equilibrio siamo partiti con i lavori in studio. A cantare con me ho chiamato grandi amici.

L’album vede, tra le varie collaborazioni, anche la presenza di due big di casa nostra; qual è l’ingrediente necessario per far scattare la voglia di lavorare insieme?
Il segreto e la bellezza di questi duetti risiede senza dubbio nell’empatia e nella complicità che si sviluppa con l’altro, frutto di un sentimento di amicizia preesistente, che già aveva delle fondamenta. Con Tiziano Ferro e Jovanotti ho lavorato a distanza – fortunatamente la tecnologia oggi permette di fare questo e altro – ma sicuramente verranno coinvolti nei prossimi live. Tiziano è un artista per cui nutro molta stima, un amico; Lorenzo, invece, è formidabile.

Quali novità porterà con sé la tournèe di ‘Papitwo’?
A differenza dell’esperienza di ‘Cardio’, principalmente caratterizzata da una scenografia minimalista, nei concerti di ‘Papitwo’ ho curato in particolar modo  gli aspetti tecnici, cercando di sfruttare al massimo le fantastiche opportunità che l’innovazione tecnologica oggi è in grado di offrirci. Ci sarà un maxi schermo che andrà a comporre un quadrilatero non appoggiato a terra, e circa 32 motori che avranno il compito di alternare diversi fondali, il tutto ripreso da nove camere. Sarà un tour grande, generoso. Dovevate vedere Madrid qualche giorno fa: si respirava un’aria di festa, era bellissimo.

Nella tracklist spicca un inedito registrato con un’ospite d’eccezione: l’attrice Penelope Cruz…
Io e Penelope ci conosciamo da 24 anni, lei è cresciuta con la mia musica. L’idea di lavorare insieme c’era già ai tempi di ‘Papito’, ma lei era impegnata con le riprese cinematografiche, e l’occasione sfumò. Il problema di ‘Papitwo’, invece, era scegliere il brano più adatto da interpretare insieme. Avevo varie proposte, ma nessuna mi sembrava adatta; poi all’improvviso abbiamo pensato a una vecchia canzone di Eduardo, suo fratello, e così è nata ‘Decirnos adìos’.

Quali vissuti di significazione trascina con sè la parola ‘live’?
Per me il live è il momento in cui presenti alla gente i tuoi pensieri e il mezzo attraverso cui condividere con le persone il tuo progetto, un’idea primigenia, un messaggio attorno al quale si sviluppa il resto.

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi