Astènia, la musica come rimedio all’apatia

‘Fa’ che tutto sia diverso’ è il primo Ep degli Astènia, band romana composta da Gianluca Gabrieli (voce e chitarra), Edoardo Siliquini (basso e synth), Fabio Blando (chitarra) e Riccardo Acanfora (batteria). Il mini-album, anticipato dall’uscita del singolo ‘Un giorno nuovo’ e diffuso dall’etichetta indipendente Cosecomuni, contiene quattro brani realizzati in co-produzione artistica con i Velvet. Newsmag ha incontrato Fabio Blando.

Fabio, partiamo dall’inizio: come nasce il nome Astènia?
Astenia in realtà è un termine medico, che indica la riduzione della forza muscolare, quindi una condizione di debolezza. Abbiamo ripreso il nome, ma cambiato l’accento, per trasmettere il significato opposto, visto che l’energia e la vitalità sono gli elementi che ci caratterizzano. Oggi la tendenza comune è quella di dare nomi inglesi, invece noi abbiamo deciso di creare un termine nuovo, per portare una ventata di novità ed essere ‘unconventional’.

Il 27 aprile è uscito il vostro primo Ep, che contiene quattro brani co-prodotti dai Velvet. Com’è stato collaborare con loro?
La collaborazione con i Velvet dura da più di un anno: li conosciamo bene, ormai si è sviluppato un sentimento di fiducia reciproca. E’ sempre interessante confrontarsi con artisti affermati, ma quello che ci interessa maggiormente, al momento, è vedere cosa la gente pensa di noi, le reazioni e le impressioni del pubblico.

E qual è stato il primo feedback da parte della gente?
Siamo ancora agli inizi, l’Ep è uscito da poco più di un mese. Però siamo molto contenti, soprattutto se si considerano le attuali condizioni del mercato. Al momento la nostra priorità è fare della buona musica, non guardiamo i numeri. Però sì, i primi commenti da parte del pubblico sono stati decisamente positivi, anche se siamo ben disposti ad accogliere critiche: ritengo che siano costruttive e necessarie alla crescita artistica.

Sappiamo tutti che il modo di comunicare con il pubblico è profondamente mutato, grazie all’evoluzione del web e la possibilità di sfruttare il 2.0 per farsi pubblicità. Che uso fate della Rete?
Utilizziamo le tecnologie 2.0 e curiamo l’aspetto legato al web, ma crediamo fortemente che la differenza poi la faccia il prodotto, l’aspetto musicale. Conta ben poco avere ventimila fan su Facebook se poi non si ha nulla da comunicare.

Un tempo si faceva la gavetta per riuscire a sfondare nel mondo della musica e dello spettacolo; adesso i giovani vanno a X Factor e diventano famosi…
Partecipare a X Factor o ad Amici non significa per forza non aver fatto una gavetta. Il problema di questi programmi è la riduzione a una mera operazione commerciale: i talent show sono una roba messa su dalle case discografiche per avere un ritorno in termini economici. Noi abbiamo girato innumerevoli locali, ci sono state alcune sconfitte, serate andate male nelle quali le persone presenti si potevano contare sul palmo di una mano; invece poi arriva un ragazzino pettinato bene, che canta benino, con dei pezzi scritti da qualcun altro, e riceve una risposta positiva da parte del pubblico, magari ottenendo risultati maggiori rispetto a quelli che si meriterebbe. Purtroppo oggi non si guarda più alla sostanza: la vetrina televisiva conta molto di più, i giovani non sono interessati a costruirsi un background musicale.

Tornando alla vostra musica, ci sono degli artisti a cui vi ispirate? E con quali, all’interno del panorama italiano, vi piacerebbe collaborare?
All’interno del panorama italiano ci sono molti gruppi interessanti, lo abbiamo scoperto anche lavorando con Cosecomuni. Tra gli artisti affermati ci piacciono Bugo e i Tiromancino, ma per adesso direi che con i Velvet siamo messi bene.

Progetti futuri?
Il 16 giugno saremo impegnati in un concerto con i Velvet. Al momento direi che stiamo puntando al live, ma presto torneremo in studio, per mettere insieme altro materiale e realizzare un disco vero e proprio.

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