La7 è in vendita. E la Rai taglia 46 milioni di euro

E’ ufficiale: Telecom ha deciso di mettere sul mercato La7, perché l’emittente, nonostante gli investimenti operati sul palinsesto, stenta a produrre utile. Gli effetti della crisi si ripercuotono fortemente sulle aziende televisive, con cali della pubblicità che raggiungono anche la doppia cifra. Il timore che circola tra i dipendenti è che i risparmi si rivelino non più sufficienti e diventino necessari interventi sul personale. E le preoccupazioni sulla raccolta riguardano anche La7, dopo il boom dello scorso anno con un rialzo intorno al 30%, confermato nel primo trimestre 2012. Il presidente di Telecom Franco Bernabé si è detto ottimista sulle possibilità di vendere la rete e le infrastrutture, spiegando a La Stampa che “i soldi a livello mondiale ci sono” e che “si conta di chiudere in tempi ragionevoli”.

Tempi che, secondo quanto precisato ieri dall’ad di Telecom Italia Media, Giovanni Stella, coincidono con la fine dell’esercizio 2012, in quanto “l’obiettivo di Telecom è ridurre l’indebitamento, che si misura soprattutto il 31 dicembre”. La parola d’ordine è valorizzare al massimo l’asset: per questo La7 sarà trasformata in società a sé. “Vogliamo lasciarci le mani libere – ha spiegato Bernabé – e mantenere tutte le opzioni aperte: vendere le attività in combinazione, cedere i singoli asset o l’intera azienda”. Il presidente Telecom assicura che La7 ha “un grande valore”, ma fa sapere che “non ci sono procedure in corso” per la vendita. Diego Della Valle ha smentito ogni interesse, ma resterebbe in piedi quello del gruppo L’Espresso, della Cairo Communication e del finanziere Tarak Ben Ammar. Non è escluso però che arrivino investitori dall’estero, anche perché, come ha detto Bernabé, “gli asset italiani costano relativamente poco”.

“Abbiamo segnali che nel secondo trimestre la raccolta possa subire l’impatto del mercato”, ha rivelato Stella. Il calo della raccolta pubblicitaria, scesa del 5% nel primo trimestre dell’anno, è anche alla base della manovra correttiva da 46 milioni approvata ieri dal cda Rai, con l’obiettivo di raggiungere il pareggio di bilancio nel 2012. I tagli principali sono sulla capogruppo (-30 milioni nei diversi settori, di cui -9,5 sulle reti generaliste, -5 per Rai1, -3 per Rai2 e -1,5 per Rai3) e il resto sulle società controllate (a partire dal cinema). Ridotti i tagli ai canali tematici, che si aggirano intorno ai 2 milioni. 6 milioni saranno risparmiati su staff e servizi. C’è chi teme però, come il consigliere Giorgio Van Straten, unico ad astenersi, che un’ulteriore riduzione della raccolta nel corso dell’anno possa rendere insufficiente la manovra.

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