Raphael Gualazzi: “Il jazz si merita la dimensione della popolarità”

Abbiamo incontrato Raphael Gualazzi, che presenta a Sanremo Follia d’amore, un brano in stile jazz che ha colpito il pubblico e sta ottenendo molto successo in radio. Raphael ha studiato musica classica al conservatorio, ma poi ha esteso la sua ricerca musicale nel campo del jazz, del blues e della fusion. Nel 2009, dopo essersi esibito in importanti Festival e nel Vermont, ha firmato un contratto discografico con Sugar.

Quali sono i brani che ti rappresentano e qual è il genere musicale che preferisci?
Ci sono brani diversi ma il mio genere preferito è lo straight piano, uno stile pianistico che si è sviluppato in America. Il mio jazz nasce da una mia personalizzazione e contaminazione.

Cos’è per te la musica?
La musica è tante cose: una grande passione, un amore, un lavoro e una medicina. La maggior parte del tempo lo passo davanti al pianoforte a comporre e a studiare, poiché ritengo che ci sia ancora tanto da imparare e da conoscere.

Pensi che il jazz sia un genere di nicchia?
Il jazz può essere considerato un genere di nicchia, ma secondo me la musica jazz è bellissima: esprime libertà e improvvisazione e si merita la dimensione della popolarità.

Da dove nasce la tua passione per il jazz?
La mia passione per il jazz nasce da tanti input e dal mio percorso di studi, iniziato al Conservatorio Rossini di Pesaro, dove sono stato avviato all’apprendimento degli autori classici. Inoltre, un mio amico mi ha passato un manuale che conteneva biografie di musicisti blues, jazz e soul e da quel momento ho iniziato ad interessarmi a questi generi.

Pensi che il rapporto con la tua casa discografica possa limitare la tua creatività artistica?
Posso dire con certezza che sono molto contento di lavorare con Sugar e Caterina Caselli, poiché hanno lasciato libera la mia espressione musicale. Non credo che un rapporto discografico possa bloccare delle potenzialità espressive. E’ compito dell’editore creare ricchezza intorno all’opera dell’autore, senza mai soffocarla. La musica è collaborazione e scambio, per un discorso qualitativo e di consistenza.

Se avessi potuto reinterpretare il tuo brano con un cantante dei Big, chi avresti scelto?
Non saprei chi avrei scelto: le combinazioni possono essere tante e il brano potrebbe prendere vesti diverse.

Quali sono i tuoi autori classici preferiti?
Per quanto riguarda la musica classica ci sono degli autori che mi piace suonare e altri ascoltare. Mi piace suonare Domenico Scarlatti e Chopin.

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