Erica Mou: “Quella violinista che si chiamava come me…”

Erica Mou, pseudonimo di Erica Musci, è arrivata sul palco dell’Ariston con ‘Nella vasca da bagno del tempo’, un brano che è un inno alla vita e che esprime pienamente l’essenza della stessa, che va vissuta fino all’ultimo: “A mollo nella vasca da bagno non uscirò prima di avere i piedi a pieghe, non uscirò prima di avere le dita grinze”. Il risultato finale? Erica ha sfiorato la vittoria nella categoria Giovani, aggiudicandosi il premio della critica da parte della Sala Stampa Radio Tv. Ecco cosa hanno raccontato Caterina Caselli e la stessa Mou alla nostra redazione.

Una domanda a Caterina Caselli. Lei è una scopritrice di talenti: cosa ritiene che debba avere un artista?
Deve essere sincero e deve colpirmi. Io, quando conosco un artista, mi metto nella condizione di non avere pregiudizi: pongo uno schermo bianco davanti a me. Mi piace ascoltarlo in ufficio e, se succede la magia, cominciamo a lavorare, a conoscerci e a sperimentare insieme. La conoscenza presuppone un po’ di tempo. Nel 1978 fondai un’etichetta che si chiamava ‘L’ascolto’. Spero di essere in grado di accorgermi, attraverso l’ascolto, se c’è qualcosa di interessante.

E cosa ha trovato in Erica Mou?
Ci sono cantautori, artisti, che esprimono una loro creatività. Alcuni arrivano in modo più efficace di altri. Io in Erica trovo una grande sincerità e capacità nello scrivere testi: c’è una grande forza nelle sue liriche, che sono accompagnate da una voce che comunica con uno stile tutto suo. Erica è una cantautrice di fatto importante, esprime qualcosa di forte.

Erica, quand’è che hai deciso di intraprendere l’attività di cantante?
A tre anni ho visto in tv una violinista che si chiamava Erica e che suonava nell’orchestra de ‘I Fatti Vostri’. Non andavo ancora all’asilo e non conoscevo nessuna bambina che si chiamasse Erica, perciò pensavo che dovessi fare la violinista e che fossimo solo io e lei con questo nome nel mondo. I miei mi dirottarono sul canto, perché per il violino ero troppo piccola. Così iniziai a interessarmi alla musica e a studiare: alle medie ho studiato chitarra, e a 14 anni ho scritto il mio primo pezzo. Nel 2007 ho cominciato a fare concerti e alla fine ho incontrato Caterina Caselli, che ha creduto in me e ha prodotto il mio primo album. Da allora la mia attività artistica si è fatta più intensa.

Hai dei punti di riferimento?
Sicuramente ho subìto un grande fascino da parte della musica del passato, ma anche di quella del presente: ogni artista viene influenzato da tutto quello che ascolta e da tutte le cose che gli piacciono e non gli piacciono.

Cosa farai dopo quest’esperienza?
Riprenderò il tour e mi dedicherò alla promozione del mio lavoro. Poi cercherò di raccogliere idee per un prossimo disco che arriverà prima o poi.

Foto di Livia Ranieri

  1. 1 commento a “Erica Mou: “Quella violinista che si chiamava come me…””

  2. 1 dile scrive (18 Febbraio 2012 alle 23:24):

    grande erica era impossibile battere casillo considerando tutte le fan che ha ma il secondo posto è una conquista importante…non a caso ha vinto il premio della critica

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi