Sanremo 2012, la prima serata? Vanità di vanità

La prima serata del Festival della canzone (?) italiana 2012 sarà ricordata come una delle più sfortunate di tutti i tempi. Il venerdì 17 tarda ancora ad arrivare: una dimostrazione di quanto siano ridicole certe superstizioni. La verità è che a voler strafare ci si fa sempre del male. Guardando questo Festival (e non solo: è una sensazione che provo da quasi una decina d’anni), si ha come l’impressione che il contorno di frizzi e lazzi cannibalizzi quella che dovrebbe essere la vera protagonista della kermesse: la canzone. Ne viene fuori, quindi, un guazzabuglio tale da far rimpiangere le tanto amate feste di paese; lì almeno il copione è sempre lo stesso e non si sbaglia mai. Sta qui la forza di un programma televisivo: un canovaccio semplice e lineare, umile e dignitoso.

A cosa serve annunciare cambiamenti epocali, la straordinaria valletta ceca, la fantastica scenografia, il ritorno di Luca e Paolo, se poi ci si ritrova con l’amaro in bocca? Ed ecco che la valletta si ritrova immobilizzata a letto, perché non siamo bionici e non tutto si può curare con le medicine, la scenografia non serve a nulla se, per scendere una scala, i cantanti devono fare le acrobazie come chi è in procinto di discendere una montagna (infatti, tutti scaliamo montagne con i tacchi a spillo), e Luca e Paolo non trovano di meglio che riciclare il repertorio altrui, compreso il loro, per riempire uno spazio di mezz’ora. Per non parlare poi delle giurie demoscopiche e del meccanismo di votazione inceppatosi alla seconda esibizione o dei problemi al microfono durante l’intermezzo di Adriano Celentano. Tutto inutile. Il Festival è un pallone gonfiato. Avete presente quei tipi palestrati che cadono al tappeto stesi dal pugno di un avversario mingherlino? Tutte pompe telecomandate, pronte ad ammosciarsi a conclusione di serata, per poi essere rigonfiate il giorno successivo, il tutto per un’intera settimana. Le canzoni sembravano scomparse al cospetto di tanta prosopopea. Il capitolo Molleggiato merita un approfondimento a parte. Un giudizio sulla prima serata? Vanità di vanità.

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