Marco Guazzone a Sanremo: “E’ sbagliato parlare di gara perché la musica deve unire”

 

Newsmag.it ha incontrato Marco Guazzone, finalista di Sanremo 2012 (sezione Giovani) scelto tra le tante proposte di Sanremo Social. Al 62esimo Festival della Canzone Italiana Marco si presenta da solista, anche se lui in realtà è il frontman della band ‘Stag’, e la sua canzone sanremese è già in rotazione in tutte le radio

Da quando sei entrato nella rosa dei finalisti di Sanremo stai andando in giro rilasciando varie interviste: come ti senti?

E’ strano, perché prima non ero abituato a così tanto interesse nei miei confronti. E’ stata una cosa inaspettata, ma io e gli Stag continuiamo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Come leader sono molto esigente, e per questo facciamo molte prove. Poi in questo periodo facciamo interviste, comunicati, prove costumi, prove con l’orchestra…sono cose strane, mi ci devo abituare!

Hai iniziato a studiare canto a 6 anni, ma come ti sei avvicinato al mondo della musica?

I miei genitori erano dei musicisti (ora fanno altri lavori) e quindi a casa, oltre ad ascoltare molti cd, c’erano chitarre, fisarmoniche e, soprattutto in salotto, c’era il pianoforte, uno strumento con il quale è iniziato subito un rapporto di amore-odio. Inizialmente lo prendevo a cazzotti, poi, quando ho capito che lo studio del pianoforte non era un capriccio, ho iniziato a prendere lezioni private. Solo più in là ho scoperto la voce, e poi è stato automatico collegare le composizioni musicali alla scrittura dei testi.

Infatti a 13 anni hai scritto la tua prima canzone…

Sì, e la canto tutt’ora ai concerti! Era una storia di allontanamento che mi aveva segnato molto da piccolo, ovvero la separazione dei miei genitori. Lì ho aperto un vaso di Pandora e ho capito che con la musica potevo esprimere i problemi che non potevo esprimere a parole, e in una maniera più immediata.

Quali sono gli artisti che influenzano di più la tua musica?

Io parto dagli studi classici, quindi il mio spirito guida è Chopin con quell’animo romantico che metto nelle canzoni. Poi sono affascinato da tutti gli artisti che usano il pianoforte in maniera rock, come i Coldplay, anche se ascolto tutti i generi e mi piace mischiare gli stili. Negli Stag ognuno ha diverse influenze e c’è chi ha l’animo rock, chi country; quindi ognuno porta un po’ del proprio sfondo musicale. Apprezzo molto anche Muse, Sigur Ros, Radiohead…

A proposito dei Radiohead, sappiamo che hai realizzato un remix per ‘Nude’ e ‘Reckoner’, e quest’ultimo brano è stato anche pubblicato sul sito ufficiale della band…

E’ stato un bel colpo! Loro chiedevano un remix, e le tracce dovevano essere scaricate da iTunes, ma io non avevo un account e il tempo stava per scadere. Così ho deciso di ricantare e suonare il brano. In questa maniera ho fatto questa canzone un po’ mia, e forse proprio per tale ragione è stata scelta per finire sul sito ufficiale.

Nel 2008 vinci il bando di concorso per studiare musica da film al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove componi colonne sonore per vari cortometraggi. Per quale film del passato avresti voluto scrivere la soundtrack?

Quando ho capito che volevo rendere la mia passione per la musica un lavoro, ho cercato di applicarla a tutti i campi possibili. Sono sempre stato affascinato dalla musica da film. Inoltre, applicare la musica in altri contesti è stimolante per avere nuovi spunti. Mi è piaciuto molto il film ‘The Artist’ perché è un film muto, con una colonna sonora assurda… Mi piacerebbe scrivere per un film muto perché lì la colonna sonora ha un totale protagonismo.

A proposito di colonne sonore, nel 2010 autoproduci e pubblichi in digitale il primo singolo ‘Love Will Save Us’, che per due anni consecutivi viene scelto da Fox Life Tv come colonna sonora del promo ufficiale di San Valentino. Com’è nata questa collaborazione?

E’ nata semplicemente grazie a Internet. C’è stato un lavoro molto suggestivo sullo spot e per me è un onore rappresentare una data così importante con un messaggio di speranza, perché l’amore ci salverà. Tra l’altro, quest’anno il Festival inizierà proprio il 14 febbraio!

E allora parliamo di Sanremo. La canzone che porti al Festival si chiama ‘Guasto’: cosa significa?

Il brano è stato scritto a quattro mani insieme a Stefano Costantini, trombettista della band. E’ una storia d’amore, un momento sofferente e drammatico, ma con la speranza che questo dividersi porti poi di nuovo a unirsi ed essere più decisi di prima. Abbiamo scelto come titolo ‘Guasto’ perché, oltre a essere un aggettivo, è un borgo in provincia di Isernia dove abbiamo scritto la canzone.

Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua esibizione all’Ariston?

Spero che tutta la mia esperienza di concerti con gli Stag non mi faccia svenire sul palco! In rappresentanza di tutto il gruppo ci sarà Stefano, che dirigerà l’orchestra e sarà il direttore più giovane di un’orchestra Rai. Io in questo caso mi sono presentato da solo perché gli Stag hanno molte facce, e questa ci è sembrata la più idonea per il Festival. Spero che in quei tre minuti si possa far passare un po’ della nostra storia, di quello che siamo, di quello che facciamo.

C’è qualcuno dei tuoi colleghi che temi?

E’ sbagliato parlare di competizione perché la musica deve unire e portare alla condivisione. Tra tutti quanti preferisco un’artista che avevo già nel mio iPod prima, ed è Erica Mou.

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