‘Chi ha paura muore ogni giorno’, l’omaggio di Giuseppe Ayala a Falcone e Borsellino

‘Chi ha paura muore ogni giorno – i miei anni con Falcone e Borsellino’ vede sul palco Giuseppe Ayala e Francesca Ceci. A quasi vent’anni dal drammatico 1992 che ha visto la tragica scomparsa di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Giuseppe Ayala ha deciso di raccontare la sua verità, mettendosi alla prova con un nuovo mezzo comunicativo: il teatro. La storia di quegli anni e la straordinaria esperienza vissuta al fianco di Falcone e Borsellino (con i quali condivise la vita professionale quotidiana, ma soprattutto una profonda amicizia), danno vita a un ‘incontro-spettacolo’ che pone l’attenzione sulla Sicilia, su Cosa Nostra, sulla politica e la giustizia italiana di allora, come di oggi.

E’ una storia di vittorie enormi, di alcuni fallimenti, di speranze deluse e tanti luoghi comuni, primo fra i quali che “le stragi fermarono il pool anti-mafia”. “Il nostro lavoro – dice Ayala – non si arrestò per la reazione di Cosa Nostra; noi fummo fermati da pezzi delle istituzioni dello Stato! E’ venuto il momento di chiarirlo”. In scena un grande albero di Magnolia, simbolo palermitano della lotta alla mafia. Coadiuvato da musiche originali e dalla proiezione di filmati storici, lo spettacolo è idealmente diviso in 3 sezioni: la prima, dedicata ai giudici Falcone e Borsellino e al loro rapporto con Ayala. Per anni condivisero momenti difficili, drammatici ma entusiasmanti allo stesso tempo; un legame cementato dal trascorrere del tempo lavorando fianco a fianco, ma anche dai viaggi e dalle serate trascorse assieme… fino alla loro tragica scomparsa. Nella seconda parte ‘rivive’ lo storico maxiprocesso del quale Ayala fu pubblico ministero.

Considerato la prima, grande reazione dello Stato a Cosa Nostra, il processo si svolse in un’aula bunker costruita appositamente e terminò dopo quasi due anni. Per leggere la sentenza servì oltre un’ora: 2.665 anni di condanne al carcere vennero divisi fra i 360 colpevoli, oltre agli ergastoli per i 19 boss principali. Durante l’ultima sezione dello spettacolo, Ayala affronta i temi di oggi: le tante indagini ancora aperte e l’eredità lasciata da Falcone e Borsellino. Lo fa con umanità e con una comunicativa fuori dal comune, capace di affascinare e conquistare il pubblico che lo segue. In lui c’è la partecipazione di chi quelle vicende le ha vissute sulla sua pelle: c’è gran parte della sua vita sul palco. Ma soprattutto c’è il suo desiderio di non far dimenticare, di lasciare una traccia per i più giovani. Non è un attore Ayala, ma uno straordinario oratore dalla voce inconfondibile, che sa arrivare dritto al cuore. E a chi gli domanda se, almeno in parte, si senta un eroe, risponde: “Sono solo una persona come tutti gli altri”.

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi