Massimiliano Varrese: “Mi piace lavorare sulle emozioni”

36 anni compiuti da pochi giorni, Massimiliano Varrese è attore, ballerino, cantante ed ora anche scrittore. A Newsmag.it l’artista presenta il suo primo romanzo ‘L’estate è già finita’, scritto a quattro mani con l’amico d’infanzia Francesco Serino. E ricorda la sua esperienza come ‘Carramba Boy’.

Prima di tutto, dicci come ti sei avvicinato al mondo della musica.
Da piccolissimo guardavo Jerry Lewis e Dean Martin con mia nonna e mi è sempre piaciuta la loro spontaneità. Per questo motivo imitavo loro e altri artisti, ed è nata questa mia passione per il ballo e per il canto.

Tu, infatti, sei ballerino, attore, cantante e scrittore. Come ami definirti?
Beh, la parola giusta sarebbe… artista! Anche se non mi piace chiamarmi così, però l’espressione massima che riunisce le possibilità di ballare, cantare e recitare su un palco è proprio questa. Non c’è comunque un’etichetta che voglio affibbiarmi: mi piace lavorare sulle emozioni.

A novembre è uscito il tuo primo romanzo ‘L’estate è già finita’, scritto insieme al tuo amico Francesco Serino…
Questo libro è iniziato come un diario: io e Checco, infatti, siamo amici da piccolissimi e tempo fa ci siamo incontrati e abbiamo ricordato la nostra infanzia, le campagne della Maremma, i girasoli, i cocomeri, i meloni… Quando sei adolescente ti chiedi il perché della vita e ti domandi se il destino sia già stato scritto da qualcuno o no.

Perciò questa ‘estate’ di cui parlate è la giovinezza?
Esatto. L’estate viene paragonata alla fanciullezza, quando l’energia esplode: è un periodo bellissimo. Poi però devi crescere, e ci sono altre cose oltre la spensieratezza.

Com’è stato scrivere un libro insieme a un’altra persona?
Non è stato facile, ma quando conosci una persona che ti conosce così bene e ha un punto di vista sul mondo simile al tuo, è tutto più semplice. Poi lui vive a Grosseto, mentre io a Roma, quindi ci scrivevamo tramite Wozzup o via mail! Capitava, a volte, che lui scrivesse le sue parti e io le continuassi automaticamente e viceversa… C’è stata molta alchimia.

Quindi non vi incontravate mai per scrivere insieme?
Io scrivo tardissimo, nel silenzio delle ore notturne, quando sono solo con me stesso e butto fuori tutto quanto. Checco, invece, si alza alle cinque e mezza di mattina per scrivere e continua fino alle dieci, quindi c’era questo fuso orario che impediva la scrittura insieme! A parte gli scherzi, poi ci vedevamo di persona e mettevamo insieme le nostre cose.

Hai già in mente di scrivere altri libri in futuro?
C’è già qualcos’altro in cantiere. Anzi, ti dirò che c’è già qualcosa di scritto ancora prima di questo romanzo, ma che non ho mai pubblicato! La scrittura è sempre stata parte di me, infatti collaboro anche con due autori importanti della Warner Chappel e mi piacerebbe scrivere altre cose da solo.

Qualche tempo fa avevi pubblicato anche una canzone: ‘Pace’…
La discografia è stata la mia prima esperienza importante: dopo aver partecipato a ‘Carramba che fortuna’ ho avuto un contratto con la Bmg di quattro dischi più uno, però dopo un anno me ne sono andato perché non mi facevano essere quello che volevo… dovevo fare il Ricky Martin italiano! Invece, qualche anno fa, ho intrapreso questo progetto di ‘Pace’ per il quale ho diretto anche il videoclip. E’ stato un esperimento, un gioco.

Sei anche presente nel videoclip di Geri Halliwell ‘It’s raining men’…
Avevo partecipato alla prima edizione di ‘Stasera pago io’, lo show di Fiorello nel quale lavorava anche Luca Tommassini, ed era proprio lui che si occupava di organizzare il gruppo dei ballerini che avrebbe preso parte alla tournée mondiale di Geri Halliwell. In America i cantanti sono trattati come star, tutto è studiato nei minimi dettagli e c’è un grandissimo business alle spalle. Anche noi ballerini sembravamo delle star: avevamo la macchina privata, un camerino tutto per noi… Qui in Italia te le sogni, queste cose!

Un’esperienza lavorativa che non rifaresti e un imprevisto accaduto durante un concerto o una trasmissione televisiva?
Io seguo molto il mio istinto, e le uniche due volte che non l’ho seguito ho sbagliato, ma non voglio dire di cosa si tratta. Le esperienze in questo mestiere servono tanto, poi bisogna mettersi da una parte e chiedersi se sei all’altezza della situazione, se sei sempre preparato e se quello che stai facendo ti rende felice o no. Invece, per quanto riguarda la seconda domanda, la cosa più divertente mi è successa ai tempi di ‘Carramba che fortuna’. Noi ragazzi eravamo quelli con le palle in mano con 10 milioni, 20 milioni, 50 milioni etc. Le persone che chiamavano da casa dovevano scegliere noi per provare a vincere più denaro, però io e un altro non venivamo scelti mai. Una sera veniamo scelti tutti e due da una signora, ma subito dopo avevamo un balletto su alcune canzoni napoletane cantate in diretta da Nino D’Angelo. Usciti dallo studio non sapevamo più come rientrare perché non ci era mai capitato di essere scelti, e quindi non sapevamo quale fosse la porta giusta per entrare in diretta! Alla fine ci hanno trovato e ci hanno spinto in onda a balletto iniziato.

Per concludere, qual è la cosa più pazza che una fan ha fatto per te?
Gli appostamenti sotto casa, le telefonate alle quattro di mattina… a volte si supera il confine! L’affetto dei fan va rispettato, ma non deve diventare ossessivo e compulsivo. A volte mi sono ritrovato delle scritte sul muro di casa mia. Poi però sono io a dover ripagare il condominio!

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi