Oblivion, gli eredi del Quartetto Cetra lanciati da You Tube

Non fatevi spaventare dall’inquietante nome: quando li ascolterete intonare i classici del quartetto Cetra, resterete a bocca aperta. Stiamo parlando degli Oblivion, quintetto emiliano composto da Graziana Borciani, Davide Calabrese, Francesca Folloni, Lorenzo Scuda e Fabio Vagnarelli, tutti provenienti dall’Accademia del Musical di Bologna. La loro età va dai 30 ai 40 anni: stanchi della monotona interpretazione di classici all’italiana attraverso il normale cantato, gli Oblivion hanno iniziato a improvvisare, quasi per gioco, veri e propri mini-spettacoli basati su canzoni a cappella con annessa teatralità.

Le loro prime esibizioni, non meno di due anni fa, si svolgevano tra le colline fiorite dell’Emilia. Poi è arrivata la svolta: il gruppo ha deciso di portare in teatro una versione personalizzata de ‘I promessi sposi’, già interpretata a fine anni ’80 in chiave comica dal trio Marchesini-Solenghi-Lopez. È stato l’inizio di un percorso importante. Divertimento e originalità certamente non scarseggiano con gli Oblivion: le note e la gestualità ci riconducono ai tempi del mitico Quartetto Cetra, e ci capita così di ascoltare i vari passi dell’opera manzoniana sulle note di ‘Something’ dei Beatles. L’intera esibizione è stata pubblicata su You Tube, ottenendo quasi due milioni di contatti.

E gli Oblivion non sono sfuggiti all’occhio del attore-comico Gioele Dix, che ha deciso di curarne la regia teatrale. Un crescendo di successi, che li ha portati a esibirsi dapprima sul palco di ‘Parla Con Me’ e poi nello staff di ‘Zelig’. Ora sono impegnati in due progetti differenti: il primo riguarda la messa in scena dei loro ‘Promessi sposi’ tra i banchi di scuola, e proprio gli alunni si ritroveranno in un uragano di fraseggi e comicità, di cui saranno divertiti spettatori. Il secondo, invece, prevede la realizzazione di un tour teatrale dal titolo ‘Oblivion show 2.0’, nel quale propongono tutto il loro variegato repertorio.

Negli anni del dopoguerra, i gruppi di maggior spicco furono il Trio Leschan, tre sorelle provenienti dall’Olanda, e il rinomato Quartetto Cetra, che attraverso le canzonette riproposero un’Italia più allegra e armonizzata. Tutto si interruppe negli anni ’60, anche perché la musica prese una strada ben più impegnata. Ereditare il testimone di questi gruppi, che hanno comunque inventato uno stile, è sicuramente arduo e difficile, ma non sembra un discorso da dover fare per questi allegorici giovanotti emiliani, che hanno dalla loro tanta estrosità e classe, che li rendono piacevoli anche con un genere considerato di nicchia.

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi