Povia: “Il concerto è l’unica risorsa completa di un artista”

Povia è un personaggio che, nel bene e nel male, fa sempre parlare di sè, arrivando spesso a dividere il pubblico, soprattutto su temi di carattere sociale. Però di lui bisogna dire una cosa: comunque la si pensi, è uno che ci crede. Lo abbiamo intervistato prima del suo concerto-raduno tenutosi a Roma, presso Stazione Birra.

Dallo scorso raduno ad oggi cos’è cambiato?
Quest’anno ho cercato di investire sul live perché i concerti al chiuso o all’aperto sono l’unica risorsa completa dell’artista, con cui puoi stare al cento per cento in contatto con il pubblico.

A tale proposito, abbiamo notato che tu punti molto sull’interazione con i fans, anche dal vivo.

Sì, è vero. Ho investito su un maxi schermo proprio per avere maggiore interazione con il pubblico: grazie a un numero si possono mandare sms con critiche o complimenti e vederli apparire lì. E poi ho investito sulla diretta streaming, quindi telecamere e regia mobile, così se faccio un concerto in Calabria lo possono vedere in diretta anche a Milano, e alla fine è una diretta mondiale: possono arrivare, infatti, sms anche dal Brasile! E’ un investimento a lungo termine.

In un’intervista hai dichiarato: “Non so se quest’anno parteciperò a Sanremo, questa volta vorrei essere invitato”. Sei stato chiamato nel frattempo?
Non mi hanno chiamato, ma so che sono ancora in alto mare perché leggo sporadicamente le notizie su Internet. Stanno curando la parte organizzativa, quindi oltre al conduttore dovranno trovare gli ospiti e le vallette. I cantanti hanno sempre un pezzo pronto, perciò anche se sono la cosa più importante vengono contattati alla fine. Io sono pronto a prescindere perché sto preparando un disco, quindi quando sono convinto mi metto a tavolino con i miei collaboratori e decidiamo la strategia migliore di promozione. Sanremo mi piace perché è l’unica settimana in cui si parla di musica, ma anche senza il Festival vado avanti.

L’ultima volta che hai partecipato era il 2010 con il brano ‘La verità’: cosa ricordi?
E’ stata una bella edizione. La conduttrice era Antonella Clerici e tutti dicevano che ci sarebbero stati pochi ascolti, invece è stato il Festival più seguito degli ultimi 4 anni e sono uscite belle canzoni come quelle di Mengoni, Irene Grandi, Cristicchi, Moro… e la mia! C’era un bel genere sul palco nonostante la Clerici non c’entrasse niente con la musica, magari rispetto a Morandi.

Invece come vedi i talent show? Pensi che siano tutti in decadenza?
Noi siamo un popolo di cultura, non ci facciamo prendere in giro facilmente, ci stanchiamo presto delle cose e, se una cosa è fatta male, ce ne accorgiamo. ‘X Factor’ si regge sull’equilibrio psicologico delle persone e gioca sull’ironia; io per esempio, se stessi al posto dei partecipanti, risponderei a modo alle critiche fatte da Elio o da Morgan e non ci scherzerei su.

‘Star Academy’ non è stato seguito, eppure molti non si aspettavano un simile flop.

‘Star Academy’ era fondato sul buonismo, non aveva graffi. In Italia, se non graffi o catturi l’attenzione in un certo modo, la gente cambia canale. ‘Star Academy’ è stato organizzato in fretta e furia senza una scaletta ben precisa, e il pubblico l’ha ‘punito’. In ogni caso i talent rimangono un buon trampolino di lancio.

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