Renato Zero è ‘Puro Spirito’ e ristampa due cd degli anni ’80

Una raccolta dedicata ai suoi brani più ironici e dissacranti: è ‘Puro Spirito’, best che Renato Zero farà uscire il 29 novembre, nel quadro di un più ampio rilancio del suo repertorio. Da due giorni, infatti, sono disponibili le ristampe di due lavori degli anni ’80: ‘Voyeur’ (1989) e ‘Zero’ (1987). Gli album in questione si uniscono alla ripubblicazione, avvenuta un anno fa, di ‘Tregua’, ‘Artide Antartide’, ‘Via Tagliamento 1965-1970’ e ‘Prometeo’. ‘Puro Spirito’ comprende anche due brani inediti. “Ognuno rammenta le date con un proprio sistema – spiega Renato – Nel mio caso ad ogni emissione discografica corrispondono ‘certi particolari momenti’ degni di essere ricordati. E poi ciascuna di quelle canzoni è stata in grado di accompagnare periodi più o meno esaltanti della mia vita”.

A proposito di ‘Voyeur’ e ‘Zero’, il re dei sorcini parla di “due produzioni eccellenti. ‘Voyeur’ fu registrato e mixato a Londra nell’arco di quattro mesi di lavorazione. Prodotto interamente dal grande Geoff Westley. Un album moderno e assai distante dalle altre mie produzioni. Sia per la scrittura dei brani. Sia per la vocalità più asciutta e incisiva, sia per gli arrangiamenti molto efficaci e fedeli al significato dell’intera opera. Basta una rilettura per capire la forza degli argomenti contenuti nell’album, da ‘Il canto di Esmeralda’ a ‘Talento’. Da ‘I nuovi santi’ a ‘Ha tanti cieli la luna’, l’escursione è davvero ampia e consistente”.

Del doppio album ‘Zero’, l’artista romano racconta che fu “un’altra meravigliosa esperienza che mi permise di approfittare della collaborazione di una schiera di fantastici musicisti. Grazie alle autostrade, alle linee aeree e alle ferrovie, io e il mio grande amico Rodolfo (Foffo) Bianchi ce ne andammo a spasso per la penisola italica con i nastri 24 piste sotto il braccio pur di raggiungere quei talentuosi… e strappargli una performance. Questo album è una sorta di musical. La fantasia è la materia prima di questo progetto. Un percorso assai mosso e imprevedibile. Non nascondo il godimento che provai, nell’operare con totale autonomia. Rispettando e condividendo i suggerimenti e le soluzioni provenienti da tutti i musicisti presenti. In fondo fu una vera jam-session”.

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