Franco Battiato e l’avanguardia figurativa di Sassi e Albergoni

Tutti conoscono Franco Battiato quale autore di brani celebri come ‘Centro di gravità permanente’ o ‘Voglio vederti danzare’, diventati pagine importanti della storia della canzone italiana, nonché creatore di un immenso e raffinato universo musicale e poetico che ha pochi eguali al mondo. Sono sicuramente di meno coloro a conoscenza dei primi lavori del cantautore siciliano, risalenti ai primi anni ’70 e connotati da un forte sperimentalismo, non solo musicale. I primi album di Battiato, ‘Fetus’ e ‘Pollution’, si distinguono anche da un punto di vista figurativo, in quanto realizzati con la collaborazione dello studio Al.Sa., un’agenzia di pubblicità di Milano formata da Gianni Sassi e Sergio Albergoni, che in realtà si configura come un centro culturale, sul modello della ‘Factory’ di Andy Warhol, dove confluiscono artisti e intellettuali.

L’intento dell’Al.Sa. era quello di stupire, colpire l’attenzione del pubblico attraverso immagini non convenzionali: “La nostra firma era non tanto mettere in evidenza le qualità del prodotto”, racconta Albergoni, “ma utilizzare un gioco che a volte era sofisticato, a volte violento, o ironico, scherzoso, ma mai di immediata intelligibilità”. La collaborazione fra lo studio e Battiato si rafforza quando il musicista partecipa ad una curiosa pubblicità di divani realizzata proprio dall’Al.Sa.: grazie a quella campagna l’artista, che si servirà in seguito di opere ed installazioni realizzate dal duo (a cui affida la cura della propria immagine), comincia a diventare già molto popolare a Milano. ‘Fetus’ (’72) nasce proprio negli studi dell’agenzia, dove l’avanguardia musicale di Battiato e quella figurativa di Sassi ed Albergoni creano un binomio perfetto: testi e note vengono influenzati da varie forme d’arte, anche se al centro dell’album, dedicato all’opera di Aldous Huxley, si situa il concetto dello sviluppo embrionale, della vita prima della nascita.

Sulla copertina trova posto un feto vero (conservato nell’Istituto di Anatomia) adagiato su un foglio di carta per alimenti, mentre all’interno c’è l’immagine della ‘Hon-en katedral’, opera dell’artista Niki de Saint Phalle esposta nel 1966 al Museo d’Arte Moderna di Stoccolma, e raffigurante una donna incinta sdraiata con in mezzo alle gambe allargate un ingresso per mezzo del quale visitare l’interno dell’opera. Ovviamente la copertina crea non poco scalpore e critiche, a conferma che l’operazione ha colto nel segno. Inoltre l’Al.Sa. realizza due video per i brani ‘Energia’ e ‘Meccanica’, e crea un’icona, sfruttando il volto di Battiato presente nella pubblicità del divano, che diventerà il simbolo dell’artista, nonché maschera da indossare in occasione delle esibizioni live. Ma l’attività dello studio non si ferma qui, e coinvolge anche i provocatori e sperimentali live del musicista: “Si partiva dall’idea di contaminare la musica con l’arte in generale secondo i dettami del movimento Fluxus”, spiega Albergoni, “e quindi di creare un happening che prendesse le mosse dal disco, ma che poi non si sapeva dove potesse andare a finire”.

Nel ’73 è la volta di ‘Pollution’: la copertina del disco, incentrato sull’inquinamento, prende spunto proprio da un’installazione ecologista realizzata dall’agenzia a Bologna, dove è stata ricoperta piazza Santo Stefano di piastrelle che riproducono zolle di terra. Per promuovere l’album vengono affissi manifesti nei quali si critica Battiato e, addirittura, si invita ad ucciderlo, contribuendo a catalizzare l’attenzione e la curiosità nei confronti dell’artista. Dopo ‘Pollution’ la collaborazione fra Battiato e l’Al.Sa. si conclude: il primo continuerà nella sua strabiliante carriera di musicista, lo studio darà vita alla storica etichetta Cramps e produrrà altri artisti.

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