Stadio: “Con ‘Diamanti & caramelle’ cantiamo la speranza di un mondo migliore”

Gli Stadio si apprestano a festeggiare i trent’anni di carriera e proprio in questi giorni è uscito il loro nuovo album, ‘Diamanti & caramelle’, con undici canzoni inedite, positive, gioiose, che esprimono l’intuizione e la ricerca continua della felicità che caratterizza la vita di ciascuno. Abbiamo intervistato Gaetano Curreri, il capitano della band.

Gli Stadio sono dei pilastri della musica italiana: com’è cambiato il rapporto artista/pubblico dai vostri esordi ad oggi?
Mi piace essere un pilastro! Il rapporto col pubblico è cambiato di conseguenza alla diffusione della radio e di internet. All’inizio del boom delle radio si diceva che questo strumento non avrebbe fatto vendere dischi e lo stesso si diceva per internet, invece i fatti hanno dimostrato che non è così. Steve Jobs, scomparso qualche giorno fa, è stato un uomo molto intelligente e con iTunes ha avuto una grande intuizione per commercializzare la musica. La gente con internet ha scoperto un nuovo mondo, ma bisogna stare attenti perché è come una grande prateria in cui troviamo tanta libertà ed anche cose che non ci aggradano quindi il tutto va gestito bene.

Il vostro album, ‘Diamanti & caramelle’, è uscito il 27 settembre: quali differenze ci sono rispetto al precedente ‘Diluvio universale’?
Il disco precedente era molto buio e raccontava una visione del mondo pessimista, al contrario qui siamo ottimisti, ma il tutto non è dettato dagli eventi che accadono ma dalla speranza di un mondo migliore. Abbiamo scelto questo titolo figurato, che tra l’altro è anche quello di un brano, perché le canzoni possono essere appunto diamanti e caramelle. Per esempio Acqua e sapone, riascoltata in radio oggi, fa l’effetto di un diamante perché brilla di luce propria, anche se è di tanti anni fa; Sorprendimi o C’è, invece, le possiamo trovare dolci, appunto come le caramelle. Abbiamo usato questo titolo come uno spot per raccontare i nostri trent’anni di carriera che festeggeremo il prossimo anno.

Gaetano e Giacinto è dedicata a Gaetano Scirea e a Giacinto Facchetti, che hai ribattezzato come ‘I Beatles del calcio’: come mai questa definizione?

Scirea e Facchetti stanno al calcio come i Beatles stanno alla musica. È un’operazione che faccio molte volte con le canzoni, ossia raccontare storie di personaggi epici che hanno fatto la storia. Questo è molto inusuale qui in Italia, al contrario dell’America, perché la cronaca tende a impolverare i personaggi e invece con la poesia riesci a posizionare questi grandi miti su un piedistallo su cui la polvere non può arrivare. Un po’ come abbiamo fatto con Chiedi chi erano i Beatles: vogliamo parlare dei grandi del passato per costruire un mondo migliore, evitando gli errori. Inoltre Scirea e Facchetti sono stati un esempio per la mia crescita, erano persone che parlavano piano, senza dire cose che potessero offendere gli altri. I campioni di allora e quelli di adesso sono degli idoli per i ragazzini che iniziano a giocare a calcio e quindi, parlando del passato, è un bel modo di insegnare.

La canzone Promessa apre e chiude l’album, e una delle due versioni è in duetto con Noemi: come mai questa scelta?
Con Noemi avevo già collaborato scrivendo Vuoto a perdere insieme a Vasco Rossi. Secondo me lei è bravissima e anche se è uscita da un talent, che di solito impacchetta gli artisti nel suo format, è riuscita a far vedere la sua vera identità. La collaborazione è nata molto spontaneamente. Lei era a Bologna a registrare Vuoto a perdere e si è trovata in studio mentre noi stavamo ascoltando Promessa, che avevamo appena inciso. Le ho chiesto se le andava di cantarla e si è messa nella stanzetta accanto con la sua freschezza, la sua simpatia e l’ha fatta alla sua maniera, come se fossi io suo ospite! Abbiamo scelto così di mettere in apertura la versione originale come promessa di buone canzoni, e in chiusura il duetto con lei come promessa che le canzoni continueranno a viaggiare nel tempo con ragazzi così giovani.

È vero che stai preparando la colonna sonora del nuovo film di Carlo Verdone?
Verissimo. Ci sto lavorando proprio in questi giorni. ‘Posti in piedi in Paradiso’ è la storia di tre padri separati con vari problemi ed è un grande film che fa sorridere, ma fa anche pensare. Carlo è un uomo di cinema ad altissimi livelli e riesce a creare delle scene in cui sorridi per quello che stai vedendo, ma allo stesso tempo ti vergogni per il personaggio stesso. Tra l’altro proprio Ti lascerò dormire, che è presente nell’album, probabilmente sarà inserita nel film.

Cosa ne pensi delle polemiche di questi giorni riguardo la temporanea chiusura di Wikipedia e di Nonciclopedia?
Non ho nessun pregiudizio però spero che internet da finestra sul mondo non diventi una finestra sul cesso come la televisione! Un territorio giudicato libero va mantenuto così e mi piace ricordare una frase: “La nostra libertà finisce dove inizia quella degli altri”.

Cosa accadrà nei prossimi mesi? Quali saranno i vostri prossimi impegni?
La prima parte del tour partirà da Torino il 19 novembre e dopo una piccola pausa per le vacanze di Natale continuerà con la seconda parte a gennaio. Il tour parte da Torino per fare un omaggio a Gaetano Scirea e proprio negli incontri che ci saranno nelle librerie Fnac di Torino e di Milano saranno presenti rispettivamente Riccardo Scirea e Gianfelice Facchetti, figli dei calciatori, perché l’inizio del tour lo vogliamo dedicare a questi due grandi campioni.

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