Banderas e Almodòvar tornano insieme per ‘La pelle che abito’

Il regista Pedro Almodòvar e il suo primo attore feticcio, Antonio Banderas, sono tornati a lavorare insieme, dopo una separazione artistica di oltre 20 anni, per la pellicola ‘La pelle che abito’, nelle sale italiane dal 23 settembre. Il rapporto tra i due è iniziato nel 1982, anno del loro incontro professionale sul set di ‘Labirinto di passioni’, e ha vissuto il suo culmine con il successo internazionale di film come ‘Donne sull’orlo di una crisi di nervi’, ‘La legge del desiderio’ e ‘Legami!’, datato 1990 e ultima fatica prima del loro ‘divorzio’ artistico.

Intervistato da Anna Praderio per ‘Note di cinema’, rubrica del canale digitale Iris, il cineasta spagnolo ha dichiarato: “Io e Antonio abbiamo ritrovato subito sul set il rapporto meraviglioso di un tempo, la stessa alchimia, la stessa comunicazione forte che avevamo agli inizi”. Il maestro ha messo a nudo anche alcuni aspetti della chirurgia estetica, oggetto del film, con le sue inevitabili incongruenze: “A Hollywood ho visto star rifatte che sembrano più giovani delle loro nipotine. Ma nonostante tutti gli eccessi, capisco perfettamente chi combatte per fermare il tempo e conservare la giovinezza e la bellezza… è una battaglia persa, ma come autore io sono sempre molto interessato a chi combatte battaglie perse in partenza”.

Incongruenze sottolineate anche da Banderas, che ha precisato: “Secondo l’industria del cinema, le attrici e gli attori dovrebbero apparire sempre giovani. C’è una pressione incredibile per l’eterna giovinezza, si è diffusa un’ossessione della bellezza artificiale, che ormai non appartiene più solo alle star del cinema… in Spagna ci sono tantissime ragazze che a 15 anni si rifanno il seno! È una specie di follia collettiva entrata nella vita quotidiana”. Sul nuovo film che lo vede protagonista, il bell’Antonio ha confessato: “Credo che ‘La pelle che abito’ sia come ‘Legami’, ma con gli steroidi. Ancora più forte ed estremo dei vecchi film di Almodòvar. Con gli anni Pedro non ha smesso di rischiare, provocare, infrangere le regole, ma il suo cinema è diventato più profondo”.

Sulla sua ultima regia, Almodòvar ha concluso: “È un film sull’identità che non cambia neanche se il tuo corpo si trasforma. E’ un messaggio molto preciso: puoi trasformare completamente il tuo corpo, puoi persino cambiare sesso, ma l’essenza di una persona resta sempre la stessa, la sua identità non viene intaccata”.

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