Blind Fool Love: “Sogniamo di collaborare con Franco Battiato e Slash”

I Blind Fool Love sono sicuramente la rock band rivelazione degli ultimi mesi. Il gruppo è nato nel 2005 da un’idea del chitarrista, cantante e autore Tommaso Sabatini e del bassista Piero Cini, a cui si è aggiunto in seguito il batterista Marco Ronconi. I Blind Fool Love sono tutti giovanissimi ma hanno già alle spalle una lunga gavetta fatta di serate in piccoli club. Grazie al passaparola via internet si sono fatti conoscere dagli addetti ai lavori e, dopo aver ottenuto un contratto con Sony Music, il maggio scorso hanno pubblicato il loro primo lavoro, l’ep ‘Il pianto’. Il disco si rivela un mix di sonorità rock e melodiche, a tratti metal. I temi trattati vanno dal tempo che inesorabilmente scorre, cambiando persone e cose, all’amore che si delinea sia come sentimento tra due persone, sia nei confronti della natura e della vita stessa. Incuriositi dal loro improvviso successo e in attesa della pubblicazione del loro primo album, prevista per fine settembre, li abbiamo intervistati.

Il vostro ep, già nella prima settimana di uscita, è balzato al quinto posto della classifica dei dischi più venduti. Ve lo aspettavate?
No, non ci aspettavamo affatto un risultato del genere, anche perché siamo al primo disco e facciamo una musica che è difficile da commerciare in Italia.

A cosa vi ispirate maggiormente nella composizione dei vostri brani e come avviene il processo creativo?
Sia le musiche che i testi di ogni canzone vengono scritti da Tom. L’ispirazione per scrivere un pezzo non proviene mai da una cosa soltanto. Dipende dalla situazione, dal periodo, dallo stato d’animo e da ciò che si vede o si percepisce. Ogni pezzo gode di vita propria, a volte capita di scriverne uno in due minuti mentre per altri ci si possono impiegare anche mesi.

La copertina del disco è molto particolare. Che cosa vuole rappresentare?
La copertina, come tutte le grafiche e le foto della band, è ideata da noi e realizzata da Tom. Ci sembrava l’immagine più adatta per rappresentare l’album: è caratterizzata da un surrealismo quasi ‘fantascientifico’, contrapposto alla realtà e alla visione della società in cui noi giovani viviamo. I nostri volti impassibili, bagnati dalle lacrime del pianto, si staccano dai nostri corpi proiettandosi verso il futuro, rendendoci immuni da tutto quello che succede intorno a noi.

Siete saliti alla ribalta grazie al passaparola via web. La stessa cosa è successa ad altre band negli ultimi anni. Quali sono, secondo voi, i pregi e quali i difetti in ambito artistico dello strumento internet?
Internet è una piattaforma molto importante per un musicista perché ti dà la possibilità di metterti in gioco e di proporre la tua musica a tutti. Come tutte le band rock, abbiamo iniziato a fare serate in tutti i locali della nostra zona, ma per dei ragazzi di 16-17 anni non è facile spostarsi altrove. Per questo abbiamo deciso di mettere i nostri pezzi su Myspace e quando abbiamo visto che funzionava e che ci contattavano da tutta Italia, allora ci siamo impegnati per far sì che i nostri fan continuassero a seguirci e soprattutto che aumentassero sempre di più. Internet ha tanti pregi ma
molti difetti: è sicuramente la causa principale delle scarse vendite dei cd. Purtroppo al giorno d’oggi è molto semplice scaricarsi illegalmente l’album del proprio artista preferito e questo non accade soltanto nella musica, ma anche, per esempio, nel cinema.

Che considerazione avete dei social network e come li utilizzate nell’ambito dei rapporti con i fan?
Il social network più importante al giorno d’oggi è sicuramente Facebook. Soprattutto tra i giovani è raro trovare qualcuno sprovvisto di un proprio profilo. Per ogni artista è davvero molto importante crearsi la propria fan page perché dà la possibilità di aggiornare e informare i propri sostenitori più facilmente e soprattutto d’instaurare con loro un importante rapporto.

Blind Fool Love: un nome inglese per una band tutta italiana. Perché questa scelta? Avete ambizioni internazionali?
Il nome è stato letteralmente rubato da un versetto di Shakespeare, ma il fatto che sia in inglese non ha influenze sul nostro modo di essere. La maggior parte dei testi sono in italiano, soprattutto perché è la nostra lingua, quindi è sicuramente più semplice esprimere un concetto o un pensiero; in più è una bellissima lingua che si sposa alla perfezione con le note. Ciò non significa che non proveremo in futuro qualcosa in inglese.

A quale artista italiano e/o straniero vi ispirate maggiormente?
Non ce n’è uno in particolare. Per i testi la principale ispirazione proviene dai cantautori italiani e francesi come De André, Battiato, Jacques Brel, Claudio Lolli, ma anche da altri di livello internazionale come John Lennon. Per quanto riguarda il sound invece le nostre radici si fondano su sonorità che vanno dal rock al metal, The Doors, Guns N’ Roses, Led Zeppelin, Pink Floyd, Korn, Metallica, Pantera ecc. ma sicuramente la musica che influenza di più le nostre composizioni è la classica in particolar modo Beethoven, Mozart, Tchaikovsky e Vivaldi.

Con quale artista vi piacerebbe collaborare?
Ci piacerebbe molto che Franco Battiato arrangiasse gli archi e le musiche di qualche nuovo pezzo o magari che Slash duettasse con Tom ma sarà molto difficile.

Come considerate il panorama italiano rock/metal in termini di visibilità a livello nazionale?
Il rock e il metal sono due generi non molto presenti nella tradizione della musica italiana. Ci sono band che rimangono nell’underground e preferiscono suonare per pochi. Noi pensiamo invece che il rock in Italia possa arrivare e piacere a molti, basta farlo nel giusto modo.

Si potrebbe fare di più in Italia per valorizzare certi generi musicali più di nicchia?
Non pensiamo che ci possa essere un valido metodo. Il fatto è che si torna sempre al discorso delle tradizioni musicali che ci sono in Italia. Sicuramente, però, se le radio iniziassero con un po’ di coraggio a passare qualcosa di più impegnato e magari con un po’ più di chitarre distorte, siamo sicuri che agli italiani non dispiacerebbe.

A fine settembre uscirà il vostro primo album. Cosa dobbiamo aspettarci?
Sarà un album che racchiude le varie fasi della nostra esistenza. I pezzi nuovi sono diversi da quelli più vecchi e si sente che abbiamo attraversato una fase di crescita, ma si sposano comunque benissimo con gli altri. Ci sarà da alzare il volume e ascoltare attentamente senza pregiudizi.

Avete in programma dei concerti quest’estate?
Niente è ancora stato definito; sicuramente faremo qualche performance per la promozione ma la maggior parte del nostro lavoro sarà dedicata all’arrangiamento dei nuovi pezzi da registrare per l’album.

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