Marta sui Tubi: “Per noi Sanremo potrebbe durare anche un mese!”

Marta sui tubi

Se per molti artisti la 63esima edizione del Festival di Sanremo rappresenta un ritorno sul palco dell’Ariston, per Marta sui Tubi, invece, si tratta della prima volta. Sono originari di Marsala ma da tempo vivono, ormai, a Milano. Abbiamo intervistato il gruppo, che ci ha parlato delle sue impressioni sull’esperienza sanremese, del tour che ne seguirà e della lavorazione del nuovo disco.

E’ la vostra prima volta sul palco dell’Ariston. Quali sono state le vostre sensazioni in quest’ambiente che non vi è proprio familiare?
Partecipando a questo Festival ci sentiamo decisamente più giovani, anche perché, a furia di sentircelo dire così spesso, ormai crediamo davvero di esserlo (ridono). Ci troviamo proprio bene: c’è molta allegria qui e l’ambiente è molto stimolante e divertente, nonostante ci sia anche un po’ di ansia dovuta alla competizione. Sanremo rappresenta per noi la migliore occasione per far conoscere, a un più vasto pubblico, il nostro progetto. Dipendesse da noi Sanremo potrebbe durare anche un mese.

Nella serata del ‘Sanremo Story’ vi siete esibiti con la bravissima Antonella Ruggiero. Com’è nata l’idea di questo duetto?
Antonella è straordinaria. E’ stata il vero valore aggiunto nell’interpretazione. La collaborazione è nata in maniera molto semplice: quando dovevamo decidere qualcuno che ci accompagnasse, il primo nome che ci è venuto in mente è stato il suo. Lo avevamo immaginato, quasi sognato, ma non credevamo proprio che lei accettasse. Ma stranamente è arrivata una risposta positiva e da allora abbiamo iniziato a festeggiare.

Per voi che ruolo ha l’ironia nella musica?
L’ironia è un linguaggio a tutti gli effetti perché ti dà la possibilità di dire cose serie in maniera non seriosa. Dai cantanti contemporanei non è molto utilizzata, però, in passato, grandi artisti come Gaber e Jannacci hanno scritto delle cose meravigliose in tal senso. L’ironia avvolge tutto di leggerezza e consente di arrivare al cuore con un sorriso, anche perché quando ci si prende troppo seriamente si sbaglia.

Nella vostra carriera avete avuto moltissime collaborazioni. C’è qualcuna che ricordate con particolare affetto?
Abbiamo lavorato con molti artisti che ovviamente stimiamo e che ci hanno fatto crescere sia artisticamente che umanamente. Persone di grande spessore che si rivelano umilissime e alla mano: uno su tutti è sicuramente Lucio Dalla, che era un persona splendida.

Nella gara del Festival tra ‘Dispari’ e ‘Vorrei’ è passata la seconda. Siete d’accordo con il giudizio delle giurie o avreste preferito un altro risultato?
Quando ancora non conoscevamo bene il regolamento di quest’anno, avevamo inviato alla commissione ‘Dispari’. Poi, in seguito, gli organizzatori del festival ci hanno detto che il brano piaceva ma c’era il bisogno di un’altra canzone. In quel momento non avevamo nulla tra le mani, ma solo degli spunti e uno tra questi, lavorandoci sopra velocemente, è diventato ‘Vorrei’. Quindi la canzone sui puntavamo di più, e che credevamo fosse il nostro punto di forza, era ‘Dispari’ ma, con nostra sorpresa, è passata l’altra. Però va benissimo lo stesso e abbiamo accettato il responso del pubblico e dei giornalisti con serenità.

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