Sanremo 2013, Modà: “Non c’è cosa più bella di vivere con Gioia”. Intervista a Kekko Silvestre

Modà

Dopo il successo di ‘Viva i romantici’, il loro ultimo album, i Modà tornano sulla scena musicale con un nuovo progetto intitolato ‘Gioia’, dedicato alla figlia del leader della band Kekko Silvestre nata qualche mese fa. E proprio lui ci ha raccontato di come sia cambiata la sua vita e di come certi eventi abbiano influenzato le tematiche del disco.

Cosa rappresenta questo disco e qual è la tua gioia attuale?
E’ sicuramente mia figlia. Pensa che martedì, quando non ci siamo esibiti, ero con lei e i miei genitori, che mi stanno aiutando a occuparmi della bambina, e venti minuti prima che iniziasse il Festival Gioia ha iniziato a camminare. Puoi ben capire, quindi, qual è il mio stato d’animo. Per quanto riguarda il disco è un inno alla positività e lancia un messaggio chiaro: la salute, la famiglia e l’amore sono le vere gioie della vita che ti aiutano a combattere contro gli ostacoli e le cose difficili che inevitabilmente si incontrano nel cammino. Bisogna essere felici di vivere e io mi sento fortunato di fare questo mestiere, ma anche più semplicemente di prendere un caffè la mattina e di guardare il sole.

Secondo te qual è la caratteristica principale che esprimete con le vostre canzoni?
Senza dubbio la semplicità. Noi raccontiamo la quotidianità della vita, quei gesti che a volte facciamo senza dar loro un peso e che invece, col senno di poi, ci accorgiamo che valgono molto. E anche il linguaggio dei nostri testi è abbastanza diretto e immediato. Questo, però, non significa togliere profondità al significato delle canzoni.

Quali sono le vostre preferenze del Festival?
Elio è decisamente il più geniale. Di Malika Ayane e Annalisa preferivo le canzoni che non sono passate.

Nel 2005 partecipazione quasi passata inosservata a Sanremo. Oggi, nel 2013, siete tra i favoriti dal pubblico. Miglioramento nella qualità dei brani dei Modà o forte spinta discografica alle spalle?
Entrambe le cose. Noi inizialmente passavamo solo nelle radio locali ed abbiamo avuto difficoltà nei grandi network perché già c’erano gruppi molto forti, come Le Vibrazioni e i Negramaro. Poi, in un momento della nostra vita, per puro caso, ci siamo ritrovati a discutere e a firmare un contratto con la nostra casa discografica, la Ultrasuoni (joint venture tra Rtl 102.5, Radio Italia e RDS, ndr). Però penso anche che non sia solo merito delle radio, perché se un disco non piace la gente non lo comprerà e non verrà a vederti ai concerti. Ma i dati dimostrano il contrario.

La canzone ‘Se si potesse non morire’ sarà la colonna sonora del film ‘Bianca come il latte, rossa come il sangue’, tratto dall’omonimo libro di Alessandro D’Avenia. Com’è nata la collaborazione?
Si sono fatti sentire loro. Un giorno hanno contattato la Ultrasuoni, in modo particolare il nostro manager Lorenzo Suraci, per chiedere alcune nostre canzoni da mettere in questo film. Inizialmente avevano richiesto ‘Come un pittore’ e ‘Tappeto di fragole’. Poi il nostro manager li ha invitati ad ascoltare i brani del nuovo album e quando hanno sentito ‘Se si potesse non morire’ hanno scelto questa, perché rispecchia appieno il significato del film e quindi del libro. Ho avuto l’onore di vederlo a Roma ed è davvero bellissimo. E’ pieno di spunti umani e attuali che non possono non toccare il cuore delle persone. Anche il film, come il nostro disco, è un inno alla speranza e quindi vi invito ad andarlo a vedere.

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