Mago Paolo fa sognare grandi e piccini con il suo Bubble Show

Insaponatevi le mani, unite le dita formando un cerchio e soffiateci dentro. Spunteranno bolle di sapone, se siete bravi come il Mago Paolo nel suo Bubble Show. Lavarsi sarà un gioco divertente, soprattutto per i vostri bambini. Il Mago Paolo, al teatro Umberto di Roma, ha fatto sognare una platea di grandi e piccini raccontando una storia di un papà che, prima di mettere a letto suo figlio, gli mostra come lavarsi può diventare una favola.

Fa uscire bolle di grandezze diverse da vari oggetti che immerge nell’acqua e sapone: dai suoi buffi occhiali senza lente, da un bicchiere, da un cd, dai buchi dei manici di un paio di forbici, e ne crea di minuscole agitando una paletta scacciamosche. Spunta fuori anche una bolla quadrata e altre che sembrano palle di vetro. Frangibili con un tocco, ma apparentemente forti e solide come il cristallo. Un’ora incantevole, un sogno, uno spettacolo che fa rimanere a bocca aperta, dalla quale possono uscire delle bolle usando fantasia e illusione. Quelle del Mago Paolo sono di varie forme, siamesi e unite una dentro l’altra, e giganti come quelle che avvolgono tre bambini saliti sul palco, emozionati, il momento più spaziale dello show.

Poetico il numero del pittore e la sua modella, e un cavalletto con la cornice magica nella quale entrano bolle di sapone come facessero parte di un paesaggio. Altre bolle grandi, fatte con dei giganteschi ‘acchiappa farfalle’ senza la retina. “Le bolle di sapone sono fragili come i sogni”, dice Mago Paolo mentre fa salire sul palco due spettatori adulti e li fa giocare con due racchette da ping pong speciali, ricoperte da morbida gomma piuma. La pallina, ovviamente, è una bolla. I due giocatori palleggiano fino a quando uno dei due colpirà la pallina con più forza, facendola scoppiare. “Tutto finisce in una goccia d’acqua”, conclude mentre fa ‘ok’ con le dita e ci soffia dentro, facendo spuntare altre bolle di sapone.

Il Mago Paolo ci ricorda che Trilussa scrisse una poesia sulle bolle di sapone: “Sai che cos’è una bolla di sapone? L’astuccio trasparente di un sospiro. Uscita dalla canna vola in giro, ballonzolando senza direzione, per farsi dondolar, come che sia, dall’aria stessa che la porta via. Una farfalla bianca, un certo giorno, vedendo quella palla cristallina, che rifletteva come una vetrina tutte le cose ch’essa aveva attorno, le andò incontro e la chiamò: -Sorella! Fatti ammirare! Oh, come sei bella! Son bella, sì, ma duro troppo poco. La vita mia, che nasce per un gioco come la maggior parte delle cose, sta chiusa in una goccia. Tutto quanto finisce in una lacrima di pianto -“.

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