Woody Allen protagonista di un documentario

Il titolo parafrasa uno dei suoi film più famosi: ‘Tutto quello che avreste voluto sapere su Woody Allen ma non avete mai osato chiedere’ è il documentario di Robert Weide, già passato al 65esimo festival di Cannes nella sezione ‘Classique’, totalmente incentrato sulla figura dell’attore e regista newyorchese. La pellicola arriva oggi nelle sale. Allen è il soggetto di un ‘racconto buffo’ da parte di un personaggio che in passato si è già occupato di Lenny Bruce e della scena provocatoria d’Oltreoceano.

Dall’infanzia a Brooklyn fino ai primi passi sulla strada del successo comico, dalla passione per il cinema al suo ultimo atto d’amore per la cultura europea (‘Midnight in Paris’), ogni tappa è rivisitata come una ricerca intima dei perché di un processo creativo sempre in movimento. A celebrare il Maestro accorrono in tanti, specie quelli che hanno lavorato con lui nelle diverse ere della sua variegata filmografia: Diane Keaton (la musa), Martin Scorsese, Sean Penn, Penelope Cruz, Antonio Banderas, Scarlett Johansson, Naomi Watts. Quasi una famiglia allargata cui Allen oppone il suo nostalgico sorriso, una dimessa disponibilità che qua e là si accende con lampi di ironia folgorante.

Tra le cose che emergono da questo documentario c’è la grande capacità creativa di Allen, capace di realizzare un film all’anno e di fare tutto questo con la massima autonomia, nonostante il buon Woody non sia certo uno che si possa dire che sbanchi i botteghini. Una curiosità: ‘Woody Allen tutto quello che avreste voluto sapere ma non avete mai osato chiedere’ dura ben 113 minuti, ma la pellicola che indaga e racconta la vita privata e pubblica del regista newyorkese in realtà era molto più lunga: durava ben tre ore, ma per motivi di distribuzione (più che comprensibili) la sua durata è stata ridotta alle due ore.

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi