Minzolini capo dei corrispondenti esteri della Rai

Con 8 voti su 8 a favore, Augusto Minzolini è stato nominato oggi dal Cda Rai a capo del coordinamento dei corrispodennti esteri dell’azienda di viale Mazzini. Un voto unanime e scontato già alla vigilia. In questo modo va a chiudersi una parte della vertenza di lavoro che lo stesso Minzolini ha attivato nei confronti dell’azienda nel momento in cui è stato rimosso dalla direzione del Tg1 ai primi di dicembre scorso con un voto sofferto e non unanime in Cda. Cala infatti il sipario sulla parte relativa al ricorso d’urgenza proposto dal ‘direttorissimo’ attraverso i suoi legali, ovvero la ricollocazione ad altro incarico di equivalente spessore – cioè una direzione – in attesa che si chiuda l’iter processuale per il quale si era innescata la rimozione dal Tg1.

Il riferimento è al processo penale per l’utilizzo della carta aziendale. La Rai aveva fatto ricorso all’articolo 3 della legge 97 del 2001 per procedere alla rimozione di Minzolini da direttore della testata ammiraglia, ma nel momento in cui la parte penale dovesse chiudersi con esito a favore di Minzolini, questi automaticamente dovra’ essere ricollocato al vertice del Tg1. Nel frattempo, comunque, occorreva obbligatoriamente procedere a una nuova destinazione. E in un arco di tempo ben definito, stante l’intervento del giudice del lavoro: il 5 giugno. In più c’è l’accordo azienda-Usigrai che prevede che la ricollocazione di un direttore possa avvenire attraverso la scelta tra tre possibilità proposte. In precedenza, all’ex direttore del Tg1 erano state proposte dapprima la sede di New York e poi quella di Parigi, entrambe rifiutate.

E, stando a quanto apprende l’AGI, solo nel momento in cui l’azienda ha accantonato l’idea di insistere sulla destinazione New York, aprendo quindi alla possibilità di un incarico in sede romana, ecco intervenire il ritiro del ricorso d’urgenza al giudice del lavoro da parte dei legali del’ex direttore del Tg1. Ma resta in piedi il resto del ricorso, ovvero ci potrà sempre essere la causa nel merito per la rimozione da direttore della testata ammiraglia. Oggi quindi si è intervenuti solo sulla parte che vincola la Rai al rispetto degli accordi con l’Usigrai sulla ricollocazione delle figure di vertice in caso di sostituzione per scelte squisitamente aziendali e strategiche oppure per ragioni di opportunità legate a fatti contingenti. La partita resta dunque aperta.

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