Finley: “Se il nostro disco è fuoco, noi siamo le fiamme”

È uscito ieri ‘Fuoco e Fiamme’, il nuovo album da indipendenti dei Finley, pubblicato dalla loro etichetta discografica Gruppo Randa e anticipato dal singolo ‘Fuego’. Il disco, che vanta la produzione di Guido Styles (frontman dei The Styles e produttore di J-Ax), contiene 13 tracce. Abbiamo incontrato la band.

Reduci dall’esperienza di ‘Timeline Videodoc (diario di produzione)’, webseries attraverso cui raccontavate la registrazione del vostro quarto album, vi apprestate a ritornare sul palco e scaricare un po’ di ‘adrenalina’, che è anche il titolo di un vostro vecchio album. Qual è la differenza tra questo nuovo cd e i precedenti?

Ka: Questo è un nuovo punto di partenza: siamo cambiati noi, è cambiata l’etichetta discografica e, non per ultimo, il sound. All’inizio non c’era nulla di previsto e pianificato. Abbiamo iniziato a comporre in maniera spontanea, non premeditando nulla, lasciandoci guidare dal nostro cambiamento avvenuto con gli anni.

In questi 10 anni avete acquisito e maturato un’esperienza che vi ha portato a fondare la vostra etichetta. Cosa vi ha spinto in questa direzione e quel è stato il vostro approccio?

Ka: Riservava parecchi ostacoli e paure. Era importante per noi metterci alla prova, nonostante i rischi. Una major, seguendo molti artisti, non può stare agli stessi ritmi per riservare tutte le attenzioni 24 ore su 24. Quindi anche questa scelta è stata spontanea, concentrandoci su noi stessi e sui nostri bisogni .

Tante novità, tra cui l’arrivo di un nuovo componente in questa randa-family. Ivan, com’è stato entrare a far parte di un gruppo già consolidato?

Ivan: E’ stato emozionante e sorprendentemente veloce. C’è stima reciproca. Li conoscevo da tempo: anche se c’è stato dell’imbarazzo iniziale, appena abbiamo iniziato a suonare abbiamo capito che questo matrimonio s’aveva da fare e, in seguito, l’evolversi del percorso è avvenuto in maniera naturale. Tra l’altro ho apprezzato molto il calore con cui i fan mi hanno accolto dopo l’uscita di Ste.

Il vostro segreto è ridere e non prendersi mai troppo sul serio. Come riuscite a mantenere questa spensieratezza in confronto al precariato che interessa la nostra generazione? Ci avete scritto anche un pezzo.

Ivan: Ora più che mai è il momento per dare il nostro messaggio ai giovani come noi, di prendersi poco sul serio, essere allegri, fiduciosi, non trascurando però l’impegno nelle cose che si vogliono ottenere, attraverso lo studio, il lavoro, la fatica, la passione e l’entusiasmo. Non darsi mai per vinti e credere in se stessi, nelle proprie capacità. Magari, visto il periodo, ci vogliono più determinazione e impegno del solito.

Com’è nata l’idea di collaborare con Edoardo Bennato e com’è stato lavorare con lui?

Ivan: Ho conosciuto un Edoardo che non mi aspettavo: uno spirito più giovane  del nostro. Ci ha insegnato un diverso approccio alla musica. Per quanto riguarda gli altri, lo conoscevano già da tempo.

Pedro: Questa è la nostra prima collaborazione con Edoardo su un nostro pezzo: è stato impegnativo. In questo brano, che si chiama ‘Il meglio arriverà’, si sente la sua impronta rock, che accompagna lo scenario di paesaggi tipici delle sue origini campane. E’ un messaggio di un padre a un figlio, che dà speranza, e chi meglio di lui in questo pezzo? Edoardo è uno dei più grandi rocker italiani ed è un onore poter attingere dalla sua esperienza. In precedenza avevamo  partecipato come ospiti al suo ‘Mtv Storyteller’ con il brano ‘Rinnegato’ presso le Officine Meccaniche di Milano: un’esperienza fantastica tra altri grandi artisti come Roy Paci, Morgan, Giuliano Palma & The Bluebeaters.

‘Fuoco e fiamme’, dalla quale è tratto il titolo dell’album, a chi è rivolta?

Pedro: E’ uno dei pezzi più importanti. Si apre con uno scenario di guerra, che parla di una battaglia, delle guerre  personali, le lotte quotidiane cui ognuno di noi deve fare fronte, che possono essere vinte solo appoggiandosi alle persone che amiamo, da cui traiamo forza.

Quale canzone sentite più vostra e perché?

Dani:  Non c’è un pezzo che sentiamo più nostro rispetto ad altri, visto che tutto l’album non è altro che il frutto delle nostre esperienze, della nostra vita. Il brano con Bennato vuole essere un messaggio di speranza così come ‘La mia generazione’, in cui diciamo di non mollare, di credere e non lasciarsi andare. Noi l’abbiamo fatto, creando la nostra casa discografica nonostante le difficoltà.

Cosa dobbiamo aspettarci dal vostro live?

Dani: Il live, visto che abbiamo voluto asciugare il suono, sarà molto simile all’album; si sentiranno di più le chitarre, i bassi e la batteria, ma sarà meno dinamico dei precedenti. Non per questo, però, non vogliamo far sudare i nostri fan in un’ora e quaranta previsti di concerto.

Progetti per il futuro?

Dani: Adesso saremo in giro nell’In-store tour, poi tour estivo per l’Italia e infine chi vivrà vedrà!!

  1. 1 Trackback(s)

  2. 22 Novembre 2012: I Finley festeggiano 10 anni di carriera con ‘Sempre solo noi’

Mi dispiace, i commenti per questo articolo sono chiusi