Peter Blake ‘immortala’ Sgt. Pepper’s

I Beatles non avrebbero mai immaginato, nel momento in cui affidarono l’elaborazione della copertina del nuovo album in uscita a Peter Blake, che quell’immagine sarebbe diventata un’icona immortale non solo della musica, ma della cultura pop negli anni a venire. Già, perché la cover di ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’, disco uscito nel 1967, è quasi più famosa della musica che contiene, un po’ quello che accade per ‘The dark side of the moon’ dei Pink Floyd e altre pietre miliari del rock: magari ci sarà qualcuno che non ha mai ascoltato quello che è uno dei massimi capolavori della musica di tutti i tempi, ma di certo chiunque avrà visto almeno una volta nella vita questo mucchio colorato di persone in posa davanti alla scritta ‘Beatles’ fatta con i fiori, un’immagine peraltro imitata innumerevoli volte nel corso degli anni. L’idea venne a Blake dopo che il gruppo gli ebbe spiegato il filo conduttore dei singoli brani.

L’artista, 34enne membro della pop art inglese, influenzato dagli americani Robert Rauschenberg, Jasper Johns e Kenneth Noland, progettò assieme alla moglie Jann Haworth un set composto da figure di cartone che riproducevano, a grandezza reale, una sessantina di personaggi della storia, della religione e della cultura contemporanea scelti dagli stessi Bealtes. Un’idea innovativa per l’epoca, sia perché non si era mai vista, prima di allora, una copertina così complessa e insolita, sia perché nessun musicista era stato immortalato per un disco accanto a un gruppo di personaggi del calibro di Oscar Wilde, Albert Einstein, Karl Marx, Edgar Allan Poe e ancora Marilyn Monroe, Bob Dylan, Marlon Brando, Stanlio & Ollio tutti assieme (tra l’altro, all’interno della copertina era contenuto un inserto con oggetti e figurine di cartone da ritagliare). Davanti alle sagome dei tanti nomi illustri si piazzarono i Beatles vestiti di divise dai colori sgargianti, affiancati da una loro copia in cera proveniente dal museo di Madame Tussaud.

A terra, di fronte a una grancassa recante il titolo del disco, piante, fiori, statuine e oggetti portati dai Fab Four. A immortalare il tutto, dietro la macchina fotografica, ecco Michael Cooper, già ritrattista di Marcel Duchamp e René Magritte: un’immagine che ha consegnato alla storia la curiosa banda del club dei cuori solitari del sergente Pepe, che, dietro l’apparente ilarità di facciata, cela un universo di una complessità e varietà straordinarie. ‘Sgt. Pepper’s’ rappresenta lo spirito del suo tempo, quel ’67 in cui colori e musica rivestivano un ruolo che andava ben al di là del loro valore superficiale. Quella copertina, con i Beatles vestiti con divise militari dagli eccentrici colori, è una delle icone più emblematiche della celebre ‘summer of love’, e non solo rappresenta bene gli ideali di amore, libertà e creatività tanto forti in quell’epoca, ma costituisce, senza temere di esagerare, una chiave di volta nella storia della cultura popolare, oltre che della musica.

Nei giorni in cui ‘Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band’ uscì nei negozi, erano pochi i locali e le abitazioni private da cui non provenissero le note dell’album: gli ascoltatori avevano finalmente trovato qualcosa che rappresentasse appieno il mood che si respirava nell’aria, ed accolsero quell’insieme di colori e suoni come un miracolo da tempo atteso. Un cambiamento, non solo musicale, che sconvolse la cultura ridisegnandone l’iconografia: la copertina del disco dei Beatles entrò quindi in ogni casa e si fissò nelle menti di chi, ancora oggi, la riconosce inconfondibilmente quale un pezzo imprescindibile della storia e dell’arte popolare, in virtù della sua emblematicità ed originalità senza tempo.

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